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![]() PARTITO CONSERVATORE BRITANNICO (British Conservative Party, Bcp). Partito politico sorto nel 1824, che sostituì definitivamente il vecchio movimento tory (vedi tories), protagonista della prima fase della vita parlamentare inglese, solo a partire dalla riforma elettorale del 1832. Da quel momento, conservatori e liberali, e poi, dal primo dopoguerra, conservatori e laburisti, si alternarono alla guida del governo. Secondo R. Peel (premier nel 1834-1835 e dal 1841 al 1846), considerato il padre fondatore del nuovo conservatorismo, i programmi del partito avrebbero dovuto assecondare con gradualità l'esigenza di riforme sociali, economiche e politiche manifestata dalla pubblica opinione, senza tuttavia alterare l'ordine costituito; obiettivo, questo, più tardi ripreso da B. Disraeli (primo ministro nel 1867-1868 e dal 1874 al 1880) nella sua concezione di democrazia conservatrice (tory democracy). Sul finire del XIX secolo l'espansione imperiale britannica e la sistematica opposizione all'autonomia irlandese, di cui erano invece fautori i liberali di Gladstone, consentirono ai conservatori, guidati dal dinamico leader populista Joseph Chamberlain, di dirigere il paese nell'ultima fase dell'età vittoriana. L'ostilità dell'elettorato al protezionismo economico, tanto nel periodo prebellico quanto nel corso della crisi economica degli anni venti, consentì poi ai progressisti di recuperare le redini del potere. Lo stesso S. Baldwin (alla guida dell'esecutivo nel 1923, nel 1924-1929 e dal 1935 al 1937), uno dei più accesi nemici del liberismo, l'uomo che aveva spezzato lo sciopero generale del 1926, fu costretto ad accettare piani d'intervento sociale e ad allearsi con il laburista J.R. MacDonald (1931) per superare la fase più critica della recessione. Un altro conservatore, N. Chamberlain, fu protagonista, sul finire degli anni trenta (1937-1940), della resa delle democrazie occidentali al totalitarismo hitleriano, anticamera della Seconda guerra mondiale (patto di Monaco), dopo la quale a una serie di gabinetti conservatori (Eden, MacMillan, Douglas-Home) spettò il compito di gestire la stagione della decolonizzazione e dello smantellamento dell'impero. Dopo un intermezzo laburista (ministero Wilson, 1964-1970), l'adesione inglese alla Cee (1972) finì per costare al capo del governo conservatore Heath una cospicua porzione del consenso elettorale conservatore, ma la guida di Margaret Thatcher, nel corso degli anni ottanta, restituì al partito di Peel quella centralità politica che gli era sfuggita dai tempi dei governi "carismatici" di Winston Churchill (1940-1945; 1951-1955). La politica di M. Thatcher, improntata al neoliberismo, fu ripresa dal suo successore John Major (1990) fino alla sconfitta elettorale del maggio 1997. R. Balzani ![]() V. Gash, D. Southgate, D. Dilks, The Conservatives. A History from Their Origins to 1965, Allen & Unwin, Londra 1977. |
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