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COREA, OCCUPAZIONE GIAPPONESE DELLA
(1905-1945). L'alleanza anglo-giapponese spianò dal 1902 la via alle aspirazioni giapponesi sulla penisola coreana, che nel corso della guerra russo-giapponese del 1904-1905 venne definitivamente inglobata nella sfera d'influenza del Giappone e servì come base per le operazioni contro i russi in Manciuria. I trattati nippo-coreani del 1905 e del 1907 fecero della Corea un protettorato giapponese. Nell'agosto del 1910 l'ultimo sovrano coreano, Sunjong, fu costretto ad abdicare e la Corea venne annessa al Giappone e amministrata da un Governatorato generale, formato da militari nominati dall'imperatore. Venne eliminata la libertà di stampa e di parola e si diede inizio a un sistematico programma di snazionalizzazione culturale del paese e di imposizione forzosa della lingua e della cultura giapponesi. Nella Prima guerra mondiale le risorse umane e materiali coreane vennero inserite nella macchina produttiva giapponese con consistenti trasferimenti di lavoratori coreani in Giappone dove erano privi dei loro principali diritti civili e con remunerazioni inferiori a quelle giapponesi. La resistenza passiva dei coreani, stimolata dagli eventi internazionali alla fine della guerra e dalle aspirazioni di libertà dai legami coloniali che si prospettavano in Asia, sfociò in una importante manifestazione popolare di protesta il 1° marzo 1919, estesa a tutto il paese. La repressione fu particolarmente dura (23.000 tra morti e feriti, decine di migliaia di arresti), ma il Giappone, che già si trovava in una complicata situazione in Siberia e vedeva con ansia la crescita del movimento democratico in Cina (movimento del Quattro maggio), dovette allentare le redini e consentire qualche limitata autonomia e il passaggio dall'amministrazione militare a quella civile, mentre a Shanghai nasceva un governo coreano in esilio (aprile 1919), comprendente Syngman Rhee. Il disegno giapponese di ridurre al minimo l'identità culturale e sfruttare al massimo le risorse della Corea si tradusse nella appropriazione, da parte di società private o enti semipubblici giapponesi come la Toyo Takushoku Kabushiki Kaisha (Compagnia orientale di sviluppo), di una gran parte delle risorse produttive: già nel 1930 il 40 per cento delle terre agricole erano in mani giapponesi che spingevano ai margini ogni imprenditorialità indigena. Dopo la formazione, nel 1931-1932, del Manchukuo e la successiva invasione giapponese della Cina, grandi masse di coreani vennero utilizzati come lavoratori e truppe ausiliarie nelle zone d'occupazione, mentre si intensificava la costruzione di impianti industriali e minerari giapponesi in Corea e la riconversione dell'agricoltura coreana per rifornire il debole mercato alimentare del Giappone. Incidenti antigiapponesi si verificarono a Seul nel 1926 e a Kwangju nel 1929, ma l'opposizione interna crebbe specialmente negli anni trenta, con la creazione di molte istituzioni scolastiche e culturali coreane che cercavano di controbilanciare la scuola pubblica di stampo ormai interamente giapponese e il tentativo, in atto dal 1937, di fondere la Corea al Giappone. Nacquero anche svariate associazioni clandestine di ispirazione prevalentemente comunista e il governo coreano in esilio costituì nel 1942 un piccolo esercito che combatté con i nazionalisti cinesi di Chiang Kai-shek contro i giapponesi. Con la Seconda guerra mondiale la situazione sociale si inasprì, nonostante il rapido procedere dell'industrializzazione. Furono ripristinati i poteri del governo militare e centinaia di migliaia di lavoratori coreani furono obbligati a seguire l'esercito giapponese su tutti i fronti. Ciò spiega l'alto contributo di vittime civili coreane. Molti vennero anche arruolati, specie per il fronte cinese, mentre migliaia di donne coreane furono costrette con la forza a servire nei bordelli militari. Nella Seconda guerra mondiale si sviluppò un movimento clandestino di resistenza partigiana, specie in Manciuria e nel nord montagnoso del paese, da cui uscirono figure di rilievo come Kim Il-sung. L'occupazione giapponese ebbe termine il 15 agosto 1945, ma nei mesi successivi il paese fu occupato dalle truppe dell'Unione sovietica al nord e da quelle Usa lungo una linea corrispondente, grosso modo, al 38° parallelo.

A. Campana


G. Beasley, Japanese Imperialis, Clarendon Press Oxford, 1987; J. Fairbank, E.O. Reischauer, M. Craig, East Asia. The Modern Transformation, Houghton Mifflin Company, Boston 1965; T. Hatada, A History of Korea, Santa Barbara, California 1969.
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