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GANDHI, RAJIV
(Bombay 1944 - Sriperumbudur 1991). Politico indiano. Primo ministro dal 1984 al 1989. Figlio maggiore di Indira Gandhi, pilota delle Indian Airlines, nel 1980, alla morte del fratello Sanjay, fu convinto dalla madre a entrare in politica nella direzione del Partito del congresso. Dopo l'assassinio di lei fu eletto primo ministro. Grazie alla sua immagine di politico incorruttibile, e sull'onda emotiva della tragica scomparsa di Indira, il partito ottenne un ampio consenso alle elezioni generali tenutesi pochi mesi dopo. Come leader del Congresso Rajiv promise un profondo rinnovamento del partito, ormai dominato da gruppi clientelari. In politica interna favorì inizialmente una linea di conciliazione nazionale per arginare le spinte centrifughe causate da forze politiche regionali particolarmente forti tra i sikh del Punjab. In campo economico tentò di accelerare la modernizzazione discostandosi dal modello socialista, adottando una politica più liberale e ponendo l'enfasi sull'efficienza. Già alla fine del 1986 il perseguimento di questo programma risultò problematico. Gandhi si indirizzò allora verso una politica accentratrice e personalistica mentre le spinte centrifughe si aggravavano. Fu infine travolto da un grosso scandalo, che vedeva implicati alcuni suoi collaboratori, accusati di avere incassato tangenti per l'accordo stipulato con la ditta svedese Bofors per forniture militari all'India. Nel 1989 il Partito del congresso subì una pesante sconfitta alle elezioni generali. Il 21 maggio 1991, pochi giorni prima delle nuove elezioni generali che avrebbero potuto segnare un suo riscatto politico, Gandhi fu assassinato, presumibilmente da un commando della Ltte, l'organizzazione militare clandestina che si batte per l'indipendenza dei tamil di Sri Lanka.
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