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![]() URBANIZZAZIONE Processo di espansione fisica delle città con conseguente occupazione dello spazio circostante e trasformazione delle precedenti destinazioni d'uso (agricole, boschive ecc.). A differenza dell'urbanesimo, fenomeno prevalentemente demografico che si verificò in periodi storici diversi, l'urbanizzazione data dalla rivoluzione industriale, agli inizi del XIX secolo. Gli impianti industriali, con tutti gli apparati connessi (ferrovie, scali, depositi, ma anche le residenze dei lavoratori inurbati) riplasmano la topografia urbana occupandone una grande parte. Le misure statistiche, per quanto insoddisfacenti a causa delle diverse soglie minime che i vari paesi utilizzano per considerare "urbana" una determinata concentrazione di popolazione, sono il mezzo più consueto per descriverlo. La popolazione urbana mondiale (popolazione che risiedeva in città con più di 20.000 abitanti), che all'inizio dell'Ottocento era stimata intorno al 3 per cento, divenne il 13,6 per cento all'inizio del Novecento, il 28,2 per cento nel 1950 e il 38,6 per cento nel 1970. Per quanto riguarda le città europee, il fenomeno apparve in fase di stasi o di regresso a partire dalla seconda metà degli anni settanta, perché i motivi di ordine tecnologico che avevano portato alla concentrazione urbana, anche tramite le conurbazioni (cioè l'agglomerazione senza soluzioni di continuità fra centri prima separati), sembrano, in una fase postindustriale, non sussistere più, non essendo più così necessaria la continuità fisica. Più complessa e meno legata allo sviluppo industriale è stata la crescita urbana dei paesi che hanno subito la colonizzazione europea. A partire dagli anni settanta, le città crebbero a un ritmo vertiginoso, creando gravi problemi sociali e urbanistici per il sorgere di quartieri di edilizia spontanea (favelas, bidonvilles) totalmente privi di servizi, e si trasformarono in vere e proprie megalopoli. |
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