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SECONDO IMPERO
(1852-1870). Regime della Francia succeduto alla Seconda repubblica. Fu preparato dal colpo di stato di Luigi Napoleone Bonaparte (2 dicembre 1851). Presidente della repubblica, egli, dopo aver represso l'opposizione e rafforzato il potere esecutivo a scapito del legislativo con la Costituzione del gennaio 1852, fece successivamente deliberare (21-22 novembre 1852) la restaurazione dell'impero napoleonico, proclamato all'indomani del plebiscito del 2 dicembre 1852. Divenuto imperatore dei francesi col nome di Napoleone III, impresse un notevole impulso alla vita industriale e finanziaria della Francia: sviluppò le infrastrutture, varò importanti trasformazioni urbane (a Parigi e a Lione), patrocinò l'affermazione di un capitalismo autoctono, mercé una legislazione liberistica che preluse al trattato di libero scambio con la Gran Bretagna (1860). Il Secondo impero fu caratterizzato inoltre dal rafforzamento delle organizzazioni della classe operaia e da notevoli cambiamenti culturali, come la diffusione delle dottrine positivistiche e socialiste e il successo del realismo in letteratura. Sotto il profilo politico il regime conobbe una forte evoluzione. All'autoritarismo degli anni 1852-1860, contraddistinto dalla limitazione delle libertà, dal controllo dell'insegnamento, dall'esaltazione del potere personale di Napoleone III e infine, dopo l'attentato di Orsini (1858), da un'ulteriore repressione delle opposizioni, succedette una fase "liberale", che consentì al Corpo legislativo (parlamento) di recuperare in parte le prerogative perdute. Il riconoscimento del diritto d'interpellanza (1867) ai deputati e del diritto di sciopero ai lavoratori introdussero, nel 1869-1870, un periodo di ulteriore liberalizzazione nel corso del quale il primo ministro Ollivier riuscì a consolidare le attribuzioni spettanti al parlamento, trasformando il Senato in una seconda camera elettiva. Poté così formarsi una forte opposizione legale, repubblicana e socialista. Nonostante i successi registrati da Napoleone III in politica estera (la vittoria in Crimea, 1854-1856; la campagna d'Italia, 1859; l'espansione coloniale in Africa e in Oriente), il nodo permanente della questione romana e la fallimentare spedizione in Messico (1860-1867) contribuirono, insieme con il deterioramento delle relazioni con la Prussia e la pressione della sinistra interna, alla rapida crisi del regime. Scoppiata la guerra franco-prussiana nel 1870, in seguito alla disfatta francese di Sedan (2 settembre), il Secondo impero cessò di esistere il 4 settembre, e le redini del potere passarono a un governo di difesa nazionale.

R. Balzani



4 P. Farmer, Il secondo impero in Francia, in Storia del mondo moderno, vol. X, Garzanti, Milano 1970.
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