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![]() PIANO QUINQUENNALE, PRIMO (1928-1933). Inizio dell'industrializzazione forzata dell'Unione sovietica. La decisione di metterlo a punto fu presa alla fine del 1927 dal XV congresso del Pcus, che, di fronte alle difficoltà del decollo industriale emerse durante la Nep, optò per un intervento diretto dello stato nella vita economica all'ombra dello slogan ideologico del socialismo in un solo paese, attraverso la redistribuzione centralizzata delle risorse. Principio della pianificazione doveva essere la razionalità economica, che avrebbe dovuto consentire un elevato tasso di sviluppo senza violare gli equilibri di base dell'economia (fra agricoltura e industria da un lato e fra produzione, consumi e investimenti dall'altro). Nel corso dell'aspra lotta politica che portò alla vittoria del gruppo dirigente staliniano queste indicazioni vennero abbandonate. Il piano, adottato nella primavera del 1929 (con valore retroattivo all'ottobre del 1928), fissava obiettivi affatto irrealistici (la produzione industriale doveva triplicare); in seguito, inoltre, i ritmi di sviluppo vennero ulteriormente aumentati. Fu realizzato in quattro anni e tre mesi: ma i risultati furono di gran lunga inferiori alle previsioni. I costi furono altissimi e provocarono forti pressioni inflazionistiche; si ridusse drasticamente il tenore di vita della popolazione. La priorità assoluta assegnata all'industria pesante distrusse gli equilibri fondamentali dell'economia, compromettendo lo sviluppo successivo. |
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