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PARTITO LIBERALE BRITANNICO
Partito che si affermò in Gran Bretagna verso la metà del XIX secolo come erede dei whigs. Fu la maggiore forza di opposizione del Partito conservatore (vedi tories) fino al 1918, quando, dopo una grave sconfitta elettorale, gli subentrò in questo ruolo il Partito laburista. Le sue origini sono legate al Reform Act del 1832, per effetto del quale nel vecchio nucleo whig presente alla Camera dei comuni e composto per lo più da membri dell'aristocrazia confluirono esponenti della borghesia e degli ambienti radicali, ai quali intorno al 1850 si aggiunsero anche i seguaci di R. Peel, conservatore ma favorevole alla politica antiprotezionista sostenuta dai liberali. Il termine "partito liberale" fu usato per la prima volta nel 1839 da John Russell, il cui governo del 1846 è considerato da alcuni il primo a guida liberale. Secondo altri tale appellativo spetta invece al governo formato nel 1868 da W.E. Gladstone, che negli ultimi decenni dell'Ottocento fu una delle maggiori personalità della vita politica inglese e il leader indiscusso del partito, al quale riuscì a dare forza e coesione. Durante i governi da lui diretti furono realizzate numerose riforme politiche e sociali (fra le altre, quelle della scuola, del sistema giudiziario, dell'esercito, nonché la legalizzazione delle organizzazioni sindacali), che facevano parte dell'ideologia e del programma del partito. Dopo una parentesi di dieci anni (1895-1905), durante i quali si ebbero i governi dell'unionista Salisbury e del conservatore Balfour, nel 1905 i liberali tornarono nuovamente al potere e vi rimasero da soli, prima con Campbell-Bannerman poi con Asquith, fino al 1915, quando l'emergenza della guerra portò alla formazione di un governo di unità nazionale comprendente anche conservatori e laburisti. L'ultimo governo a guida liberale fu quello composto nel 1916 da Lloyd George. In seguito le crescenti divisioni interne, specialmente fra Asquith e Lloyd George, portarono al rapido declino del partito, che fu sopravanzato da quello laburista e che da allora fece parte di coalizioni governative soltanto nel 1931-1932 e durante la Seconda guerra mondiale. Nel dopoguerra, ridotti al rango di partito di opinione, i liberali svolsero nel parlamento e nel paese una proficua azione in difesa dei diritti fondamentali dell'uomo, della libera impresa e del libero mercato, non disgiunta, però, da una costante richiesta di estensione del 'welfare state e da un'attiva promozione della cooperazione internazionale.

F. Conti
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