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NEHRU, JAWAHARLAL PRASAD
(Allahabad 1889 - Nuova Delhi 1964). Di famiglia ricca e aristocratica, fu uno dei tanti giovani intellettuali indiani che negli anni venti entrarono nella politica attiva subendo il fascino di M.K. Gandhi e divenendo uno dei più carismatici giovani dirigenti del Partito del Congresso, prediletto da Gandhi. Nel 1929 venne eletto presidente del Congresso, in cui rappresentò costantemente (scontrandosi anche con lo stesso Gandhi) l'ala sinistra, con forti simpatie socialiste. Tra il 1920 e il 1945 venne più volte arrestato dagli inglesi e passò molti anni in carcere. Al momento dell'indipendenza dell'India (1947) divenne primo ministro dell'Unione, carica che mantenne fino alla morte. Negli anni del potere la sua politica fu tenacemente finalizzata a due obiettivi. Il primo fu (esempio quasi unico fra i leader dei movimenti anticoloniali) l'utilizzazione del proprio potere e del proprio considerevole prestigio politico per mantenere e rafforzare il quadro democratico. Il secondo fu il tentativo di fare uscire l'India dal sottosviluppo, attraverso una politica economica che privilegiò lo sviluppo dell'industria pesante di base attraverso una lunga serie di piani quinquennali di discreto successo. In campo internazionale portò l'India a svolgere una prestigiosa funzione di leadership tra i paesi non allineati e fu tra i protagonisti della conferenza di Bandung del 1955. Non riuscì tuttavia a resistere a crescenti spinte nazionaliste che portarono alla facile conquista della colonia portoghese di Goa (1961) ma anche all'umiliante sconfitta nel conflitto sino-indiano del 1962 e alla perdita del Ladakh.
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