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INVESTITURA
Cerimonia con cui, nel sistema feudale, si trasmetteva ad altri un diritto. Fu utilizzata soprattutto per dare in beneficio un bene, in cambio del giuramento di fedeltà vassallatica, e per assegnare un incarico funzionale. Questo tipo di cerimonia, diversamente articolata, aveva grande rilievo ideologico, con un complesso simbolismo tendente a far conoscere con forza alla comunità la trasmissione di diritti in oggetto. Lo stretto sodalizio politico tra regni e gerarchie episcopali permise il consolidamento, nel corso dei secoli, di un'investitura da parte del re a favore dei vescovi al momento della loro elezione. La volontà di riforma e di autonomia della Chiesa nell'XI secolo diede vita al tentativo di abolire l'investitura laica di vescovi e abati, e di escludere l'intervento imperiale nell'elezione papale. Conseguenza di questo fu la cosiddetta "lotta delle investiture", che coinvolse impero e papato per quarant'anni, a cavallo tra l'XI e il XII secolo. Il contrasto si accese soprattutto sotto il pontificato di Gregorio VII, che costrinse Enrico IV all'umiliazione di Canossa (1077), e proseguì sotto i pontefici e gli imperatori successivi, con vicende alterne, fino al compromesso sancito dal concordato di Worms nel 1122.
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