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![]() CONCORDATO DEL 1801 Firmato tra Napoleone e Pio VII il 15 luglio per porre fine al dissidio creato con la Costituzione civile del clero dalla rivoluzione francese tra Chiesa e stato, ratificato e pubblicato nel 1802. La religione cattolica non era riconosciuta come religione dello stato, ma della maggioranza dei francesi; tutti i vescovi, costituzionali o refrattari, dovevano dimettersi. Le nomine dei nuovi vescovi, il cui numero venne ridotto, spettavano al capo dello stato, e il papa si sarebbe limitato a dare l'investitura canonica. La Chiesa si impegnava a non rivendicare i beni nazionalizzati durante la rivoluzione in cambio di una retribuzione statale a diverse categorie di ecclesiastici. Non erano previste invece norme per limitare il potere dei vescovi sul clero, oltre a quelle del diritto canonico, praticamente ignorate in Francia. Lo stato aveva il potere di emanare regolamenti di polizia concernenti l'esercizio del culto. Tali "articoli organici" tesero a restaurare il gallicanesimo e non furono mai accettati dalla Santa sede. |
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