Il Trasporto al Sepolcro
L'opera originale è andata distrutta; fu ricostruita nel 1790, su commissione del ceto subentrante dei salinai, da Giacomo Tartaglia, che vi profuse gusto, passione ed abile mano. La guerra nel 1943 lo ridusse a brandelli fu l'amorevole cura del grande Giuseppe Cafiero che gli ridiede l'antico splendore.
Il mistero fu affidato all'ora fiorente categoria dei corallai, con atto del notaio Diego Martino Ximenes il 5 aprile 1619. La crisi del settore del corallo costrinse però la maestranza a cedere l'affidamento il 20 febbraio 1790 con atto rogato dal notaio Giuseppe Anastasi affida l'opera al ceto dei salinai.
Il gruppo rappresenta Giuseppe d'Arimatea, discepolo occulto del Cristo,il quale, ottenuto da Pilato il permesso di seppellire Gesù in una tomba di sua proprietà, trasporta il corpo del Redentore dalla vetta del Calvario al sepolcro, aiutato da Maria Santissima, da Maria Maddalena, da S. Giovanni e da Niccodemo, ebreo segretamente convertito alla nuova fede.
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