Regione (18.390 kmq; 4.527.694 ab.) dell'Italia
nord-orientale. È delimitata a Nord dalle Alpi Carniche, a Est dal Mare
Adriatico e dal Friuli-Venezia Giulia, a Sud dal Mincio e dal Po, a Ovest dal
Trentino-Alto Adige e dal Lago di Garda. Capoluogo: Venezia. Amministrativamente
è divisa in sette province: Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia,
Vicenza, Verona. Il
V. deve il suo nome a una popolazione indigena che
abitava in età antica la collina e la pianura
V.; fu a partire dal
XVIII sec. che la denominazione passò a indicare dapprima i territori di
terraferma della Repubblica di Venezia, quindi, nel secolo successivo, le
province orientali del Regno lombardo-veneto. Solo con la fine della seconda
guerra mondiale, allorché la provincia di Udine fu distaccata, il
V. assunse la configurazione territoriale attuale. ║
Popolazione: già densamente popolato in epoca romana, il
V.
conobbe un impetuoso incremento demografico in concomitanza con lo sviluppo
della potenza veneziana in età rinascimentale, sino a raggiungere gli
oltre due milioni di abitanti in occasione del censimento italiano del 1871. Un
ulteriore incremento si ebbe all'inizio del XX sec., essenzialmente a seguito di
un repentino abbassamento della mortalità e di un notevole aumento della
natalità; tale incremento, inserito nel contesto di una persistente
debolezza economica, alimentò flussi migratori piuttosto consistenti che
si indirizzarono verso l'estero e verso le regioni italiane maggiormente
sviluppate. L'inversione di tendenza del saldo migratorio si ebbe con lo
sviluppo economico del secondo dopoguerra, allorché il
V.
finì per divenire progressivamente un polo di attrazione sempre
più rilevante per la manodopera di altre regioni e, con gli anni Novanta,
di altri Paesi. • Geogr. -
Morfologia: il territorio veneto,
prevalentemente pianeggiante e montuoso, può essere suddiviso in quattro
aree omogenee da un punto di vista morfologico: area alpina, area prealpina e
subalpina, pianura veneta, zona lagunare e Polesine. L'area alpina, descritta
dal bacino del Piave e dalla Dolomiti orientali, si caratterizza per gli elevati
massicci montuosi (anche oltre i 3.300 m di altezza), con pareti verticali e
cime aguzze (le Tre Cime di Lavaredo, le Tofane, la Marmolada, l'Antelao, il
Cristallo); le rocce sono in massima parte di origine mesozoica. La zona
prealpina, compresa tra il Lago di Garda e il Piave, si compone di rilievi
calcarei risalenti al Cretaceo (Prealpi di Schio, l'Altopiano dei Sette Comuni,
il gruppo del Baldo e il massiccio del Grappa) e strutturati in altopiani e
dorsali ondulate, separate tra loro da valli strette e profonde; rilievi
collinari di costituzione morfologica più variegata (Colli Asolani, Colli
Euganei, Monti Berici, il Montello) caratterizzano, invece, la zona subalpina,
che è situata tra il Mincio e il Tagliamento ed è interessata
dalla sedimentazione di corsi d'acqua. La pianura veneta si suddivide in due
zone: l'
alta pianura, posta a Nord delle risorgive e arida per effetto
della permeabilità del terreno, e la
bassa pianura, dove, al
contrario, le acque sono abbondanti. Omogenee tra loro sono, infine, la zona
lagunare, compresa tra il Brenta e il Tagliamento, e il Polesine, che include le
aree pianeggianti tra l'Adige e il Po: altitudine assai ridotta, pendenze
pressoché inesistenti, ristagno delle acque, accumulo di materiali
detritici (con conseguente formazione di cordoni litoranei) sono le
caratteristiche salienti di queste aree. ║
Idrografia: il quadro
idrografico è dominato dai due maggiori fiumi italiani: il Po, che
percorre in
V. il suo tratto finale, e l'Adige, che attraversa la
provincia di Verona e il Polesine. Modesti quanto a portata e irregolari
nell'alimentazione sono, invece, gli altri fiumi, sia quelli di origine
prealpina (Brenta, Piave) sia quelli che nascono nella fascia delle risorgive
(Bacchiglione, Sile, Tartaro). Fa parte del
V. la sezione orientale del
Lago di Garda, tranne la parte più settentrionale; non mancano, poi,
laghi minori, come quelli di Alleghe, Misurina e Santa Croce, situati nel
Bellunese. ║
Clima: rispecchia in larga misura la partizione
morfologica: si passa così dal clima alpino dell'alto bacino del Piave a
quello decisamente mediterraneo del Garda e della fascia adriatica. Le
precipitazioni sono abbondanti nelle zone montuose e collinari, scarse, invece,
in pianura; sulle Dolomiti si verificano nevicate di notevole intensità.
Le nebbie sono frequenti e colpiscono soprattutto la parte occidentale della
regione. • Econ. - Il poderoso sviluppo economico del
V. risale
agli anni Sessanta, allorché, da un lato, si consolidarono i nuclei della
prima industrializzazione di Venezia-Porto Marghera, del Vicentino, del
Trevigiano e del Veronese, dall'altro nacquero una miriade di piccole e medie
imprese, per la maggior parte a conduzione familiare, che trovarono il sostegno
di un sistema creditizio fortemente radicato nel territorio. Così, con
l'eccezione del
V. orientale e meridionale, la regione subì un
imponente processo di industrializzazione, del quale beneficiarono ben presto
anche gli altri comparti produttivi. ║
Agricoltura: l'agricoltura,
pur venendo a perdere la tradizionale centralità economica,
usufruì degli ammodernamenti produttivi che l'hanno resa una delle
più ricche del Paese. In
V. si coltivano ovunque (tranne che nel
Bellunese) orzo, mais e frumento; esistono, poi, numerose aree di
specializzazione produttiva, come sulle colline veronesi, nella zone del Garda e
nel Trevigiano (vite), nel Rodigino (barbabietola da zucchero), nel Veronese
(frutta, in particolare mele, pere e pesche). Diffuso nelle province di Vicenza,
Padova, Verona, Treviso e Verona è l'allevamento del bestiame (settore
all'interno del quale si è venuto determinando un processo di progressiva
concentrazione produttiva), mentre a Chioggia e Caorle sono attivi i centri
pescherecci, che hanno favorito la nascita di industrie di trasformazione dei
prodotti ittici. Scarsa, invece, è la produzione di legname, che paga una
modesta estensione forestale. ║
Industrie: le attività
industriali sono presenti soprattutto lungo gli assi
Vicenza-Padova-Mestre-Treviso-Conegliano e Vicenza-Castelfranco Veneto-Treviso:
in queste aree, i settori manifatturiero, della meccanica leggera e tessile sono
i più diffusi. Un discorso a parte meritano Verona e Venezia: la prima si
caratterizza per la presenza di una forte integrazione tra i vari comparti e
spazia dall'industria alimentare (dolci, carni) a quella agro-industriale,
dall'industria chimica a quella cartacea; la seconda è imperniata sul
grande polo industriale di Porto Marghera, che raggruppa stabilimenti chimici,
metallurgici, meccanici e dei materiali da costruzione. Esistono, poi, varie
realtà geografiche monoproduttive: la concia di Arzignano, l'industria
calzaturiera della Riviera del Brenta, i mobilifici di Conegliano, Susegana,
Oderzo, Motta di Livenza e del basso Veronese, l'occhialeria del Cadore.
Più diversificata è, invece, la produzione dell'alto Vicentino,
ove il settore tessile è affiancato dall'industria delle macchine
utensili. ║
Terziario: una progressiva diffusione delle
attività produttive caratterizzò, a partire dagli anni Settanta,
il settore terziario. Gli anni Ottanta modificarono questa linea di tendenza sia
per quel che concerne i servizi rivolti alle famiglie sia per quel che riguarda
i servizi alle imprese: i primi, con l'apertura di supermercati e centri
commerciali, andarono incontro a imponenti fenomeni di concentrazione in aree
prevalentemente extraurbane; i secondi, tranne quelli a più elevato
valore aggiunto che rimasero dislocati nei grandi centri, si diffusero in
realtà urbane minori. Di assoluto rilievo è, poi, il turismo, che
costituisce la seconda risorsa economica della regione. Cinque sono le aree
interessate dai flussi turistici: l'area balneare che si sviluppa lungo le coste
veneziane e rodigine; l'area alpina del Bellunese, del Vicentino e del Veronese;
l'area del Lago di Garda; il polo termale di Abano Terme e Montegrotto nel
Padovano e di Recoaro Terme nel Vicentino; le città d'arte. Benché
siano le prime due aree quelle più importanti per consistenza numerica
dei flussi, è nella zona lacustre e nelle città termali che si
rileva una dinamicità maggiore a livello imprenditoriale. • St. -
Popolata già in epoca preistorica da varie popolazioni (Celti, Liguri e
Veneti), la regione assunse una propria fisionomia nel I sec. a.C., quando fu
costituita (assieme all'Istria) quale
X regio dell'ordinamento augusteo
(V. VENEZIA e
ISTRIA). Importante rotta commerciale per gli
scambi con i Paesi d'oltralpe, il
V. godette di un periodo di eccezionale
prosperità; tale periodo durò fino al III sec. d.C.,
dopodiché iniziò un'epoca di decadenza, in cui si intersecarono il
crollo dei volumi di scambio e la crisi agricola. Dominio bizantino a partire
dalla seconda metà del VI sec., nel 569 la regione fu conquistata dai
Longobardi, con l'eccezione delle zone costiera e orientale. L'avanzata
longobarda proseguì, poi, nel VII sec., con la conquista di Padova,
Monselice e Oderzo; ai Bizantini rimase solo l'area costiera e lagunare, ove tra
il IX e il X sec. si sarebbe costituita la
civitas Rivoalti, futura
Venezia. Inglobato nell'Impero carolingio (IX sec.) e più tardi unito da
Ottone I a Baviera e Carinzia a formare la
Marca veronese (976), il
V. acquistò, infine, la sua fisionomia attuale (se si eccettuano
Venezia e Rovigo) nel 1077, con il distacco del Friuli, passato sotto il dominio
del patriarca di Aquileia. Le principali città della Marca furono
coinvolte nelle lotte per le investiture (XI e XII sec.), quindi divennero sedi
comunali di rilievo (XII sec.), infine sperimentarono il governo signorile (XIII
e XIV sec.). Gli Scaligeri, signori di Verona, tentarono anche di unificare la
regione, ma senza successo; furono i Veneziani a riuscire in questa operazione
nel corso del XV sec., conquistando dapprima Vicenza, Padova e Verona (1404-05),
quindi espandendosi a Est nel Friuli e a Ovest fino all'Adda. La costituzione
dello Stato veneziano di terraferma fu, poi, completata con l'annessione di
Belluno e Feltre (1430) e del Polesine e Rovigo (1484). Da allora e fino al
XVIII sec. le vicende del
V. coincisero con quelle di Venezia
(V.). Teatro dello scontro austro-francese durante
la prima campagna d'Italia di Napoleone (1796-97), con la Pace di Campoformio
(17 ottobre 1797) il
V. passò agli Austriaci. Ai Francesi per
effetto della Pace di Presburgo (26 dicembre 1805), nel 1815 tornò
all'Austria, che lo unì alla Lombardia costituendo così il Regno
lombardo-veneto (V. LOMBARDO-VENETO, REGNO). Nel
1866 il
V. entrò a far parte del Regno d'Italia. Nel corso della
prima guerra mondiale la regione fu occupata dall'esercito austro-ungarico fino
al Piave (1917-18). • Arte - Il
V. risulta una regione
particolarmente ricca di monumenti e opere d'arte. Dell'epoca romana sono
l'anfiteatro e il teatro a Verona e i resti di una villa del I sec. nota con il
nome di Grotte di Catullo a Sirmione. Di età bizantina sono, invece, la
cattedrale di Torcello, i campanili cilindrici di Caorle e Tessera, i tempietti
di San Prosdocimo a Padova e di Santa Maria Mater Domini a Vicenza.
Successivamente, mentre Venezia andava elaborando un proprio originale
linguaggio artistico, le città di terraferma, sotto l'influenza lombarda,
si arricchirono di opere in stile romanico (San Zeno a Verona) e, verso la fine
del XIII sec., romanico-gotico, come le chiese di Sant'Antonio a Padova, San
Nicolò a Treviso e San Lorenzo a Vicenza, e i palazzi dei Trecento a
Treviso e della Ragione a Padova, le cinte murarie di Cittadella, Castelfranco
Veneto e Montagnana. L'età delle signorie segnò una progressiva
pluralizzazione degli stili; sorsero così lo stile architettonico
scaligero a Verona, quello carrarese a Padova, quello dei da Camino a Treviso.
La conquista veneziana della terraferma nel XV e XVI sec. ristabilì
l'unità artistica del territorio; decisive, da questo punto di vista,
furono le opere di A. Palladio (chiese veneziane di San Giorgio e del Redentore,
Basilica e Teatro Olimpico di Vicenza, ville Barbaro a Maser e
Foscari-Malcontenta), che diedero un'impronta in qualche modo indelebile a tutta
l'arte veneta successiva. Di rilievo, nel panorama artistico della regione, sono
anche alcuni caratteristici centri come Asolo, Vittorio Veneto, Bassano del
Grappa, Marostica, Conegliano.
Cartina del Veneto
Venezia: il ponte di Rialto sul Canal Grande
Venezia: veduta aerea di piazza San Marco
La corte del Remer a Cannareggio (Venezia)
Veduta di Padova
L'Arena di Verona
Verona: veduta sull'Adige
Panorama di Bardolino (Verona)
Panorama di Vicenza
Villa La Rotonda a Vicenza
Castelfranco Veneto: la statua di Giorgione
Il palazzo dei Trecento a Treviso
Asolo (Treviso): veduta del Castello