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Vèlia.

Città della Magna Grecia. Situata sulla costa tirrenica della Lucania, sorgeva su una altura che separava la valle del fiume Alento (a Nord-Ovest), da quella di Ascea (a Sud-Ovest). Fondata dai Focesi di Alalia in seguito alla battaglia del 540 a.C. e divenuta economicamente florida dopo la distruzione di Sibari, si affermò anche come importante centro culturale: Parmenide, allievo di Senofonte da Colofone che vi insegnava, fondò la scuola filosofica che dal nome della città (allora chiamata Elea ) si disse Eleatismo. Politicamente legata ad Atene nel V sec. a.C., si oppose vittoriosamente ai Lucani e dopo la guerra sociale divenne municipio romano. Distrutta dai Saraceni tra l'VIII e il IX sec., ne rimangono numerose rovine. Attualmente sul luogo sorge Castellamare di Velia. • Archeol. - Dagli scavi effettuati risulta che la città si articolava in due poli distinti: uno settentrionale, probabilmente il più antico e con funzione commerciale (era collegato ai porti fluviali dell'Alento e del Palistro), l'altro meridionale e più recente. Ciascun centro aveva una cinta difensiva autonoma che si saldava alle mura nei pressi del fortino noto come Castelluccio. Una larga via centrale passava per la sommità del colle e attraverso la monumentale Porta Rosa: questo è il maggiore monumento del genere della Magna Grecia, databile al IV sec. a.C. e caratterizzata da un arco a tutto sesto. Tra i principali luoghi di culto della città si segnalano un tempio sull'acropoli di età arcaica e un tempio in antis di epoca ellenistica. Iscrizioni di età giulio-claudia informano della presenza a V. di una scuola di medicina di ascendenza parmenidea, ma probabilmente posteriore all'epoca in cui visse il grande filosofo.