Patol. - Lesione di forma varia, prevalentemente
ovale o tondeggiante (quella lineare si chiama
ragade), che interessa gli
strati più profondi della cute o dei tessuti di rivestimento (mucose)
delle cavità interne. Caratterizzata da scarse capacità riparative
spontanee, essa può essere provocata da agenti meccanici e, più in
generale, fisici (raggi X e radiazioni ionizzanti), chimici, infettivi, o da
fattori trofici, avitaminosici e neoplastici. Fra le cause più diffuse vi
sono processi infiammatori, turbe circolatorie periferiche, disturbi trofici di
origine nervosa e traumi. A volte l'
u. può rappresentare
l'evoluzione di lesioni quali bolle, pustole, noduli, ecc. Dal punto di vista
anatomopatologico nell'
u. si distinguono un
fondo e dei
margini. Il primo può essere costituito da tessuto necrotizzato,
necrobiotico, granuleggiante o da una struttura fistolosa (
u.
fistolosa o
canalicolare); i margini, invece, possono essere
pianeggianti o rilevati, duri o molli, scollati o aderenti al fondo. La
riparazione di queste lesioni, spontanea o più comunemente indotta,
avviene tramite la formazione di una cicatrice. A seconda della natura e della
localizzazione dell'
u., il trattamento può essere di tipo
farmacologico, di solito il più comune, o di tipo chirurgico. ║
U.
della cornea: affezione per lo più virale, talvolta
conseguente a traumi, caratterizzata dall'ulcerazione della cornea con tendenza
alla diffusione in varie direzioni (
ulcus serpens) e all'interessamento
dell'iride e del corpo ciliare. ║
U.
dell'endocardio:
lesione riscontrata nell'endocardite batterica. ║
U.
dissenterica: forma localizzata all'intestino crasso, dovuta all'infezione
da ameba. ║
U.
del piede: affezione distrofica spesso
recidivante dei tessuti di rivestimento del piede, circoscritta ai punti di
appoggio. Si presenta sotto forma di callosità che nel tempo va incontro
a necrosi, con formazione di
u. rotonde, a stampo, e ad approfondimento
fino al tessuto osseo. Solitamente non accompagnata da dolore, questo tipo di
u. sembra dovuta ad alterazione dell'innervazione simpatica o a lesioni
del sistema nervoso centrale o a quello periferico. ║
U.
del
setto nasale: caratteristica manifestazione di malattie professionali,
è diffusa tra coloro che lavorano esposti all'azione dell'arsenico, del
cadmio e del cromo. ║
U.
mista: solitamente localizzata sui
genitali, è dovuta al contagio contemporaneo della sifilide e
dell'
u. venerea. A causa della diversa durata dei periodi di incubazione
delle due malattie, si manifesta dapprima l'
u.
venerea, che solo
in un secondo momento assume le caratteristiche dell'
u.
sifilitica. ║
U.
peptica: lesione, generalmente
singola, della mucosa del tratto superiore dell'apparato gastroenterico,
localizzata soprattutto a livello gastrico (
u.
gastrica) o
duodenale (
u.
duodenale); più raramente interessa
l'esofago, a causa del reflusso gastroesofageo, o il digiuno, in seguito a
gastrectomia o a gastroenteroanastomosi praticata per la terapia di un'
u.
gastroduodenale. Caratterizzata dalla distruzione circoscritta dello strato
più interno di tali organi, l'
u. peptica può estendersi in
profondità e in modo concentrico interessando la tunica sottomucosa, la
tunica muscolare e, benché raramente, il peritoneo. Anche se in rari
casi, gravissimi, porta alla perforazione della parete gastroenterica con
interessamento di un vaso sanguigno di una certa entità (
u.
perforata), la maggior parte delle volte segue un decorso caratteristico con
riacutizzazioni successive, per lo più stagionali, intervallate da
periodi più o meno lunghi di remissione completa dei sintomi (malattia
ulcerosa). Tra i sintomi quello principale è il dolore epigastrico,
legato sia al grado di penetrazione dell'
u. nella parete, sia allo spasmo
della tonaca muscolare che ne deriva; esso è di aspetto variabile
(crampiforme, profondo, può provocare bruciore, o dolore), periodico con
ricorrenza stagionale (soprattutto in primavera e in autunno), ritmico, a
quattro tempi (pasto-benessere-dolore-benessere) nell'
u. gastrica e a tre
tempi (pasto-benessere-dolore) in quella duodenale, ed è accompagnato
frequentemente da nausea, vomito, bruciore retrosternale, salivazione eccessiva
e, nei casi più gravi, emorragia (ematemesi, melena), perforazione,
penetrazione in organi vicini e stenosi con alterato svuotamento gastrico. Pur
essendo il sintomo più frequente e caratteristico, il dolore può
talvolta mancare completamente (
u.
analgesica). La causa del
processo patologico che porta alla formazione di un'
u. peptica risiede
nell'alterazione dell'equilibrio esistente tra fattori aggressivi (acido
cloridrico, pepsina) e fattori di protezione (tonaca mucosa, produzione di
sostanze inibitorie della secrezione gastrica). Nell'
u.
peptica
gastrica, ad esempio, si riscontra una minore efficacia della protezione mucosa
dello stomaco mentre in quella duodenale, al contrario, si osserva
un'ipersecrezione acida. L'alterazione di tale equilibrio è un processo
assai complesso legato a fattori ambientali, genetici, psicosomatici,
farmacologici (assunzione prolungata di salicilati, antinfiammatori,
cortisonici, antidolorifici, ecc.), a stress, a cattive abitudini alimentari e
comportamentali (fumo, alcool, caffè), alla presenza di gastriti o
duodeniti pregresse. A questi fattori si aggiunge l'
Helicobacter pylori,
un batterio in grado di sopravvivere in ambiente acido, riscontrato in alcune
forme di gastrite (detta di tipo B non autoimmune) e responsabile delle lesioni
infiammatorie dell'
u.
peptica. La diagnosi si fonda su indagini
radiologiche, sulla ricerca del sangue occulto nelle feci ma soprattutto su un
indagine endoscopica spesso accompagnata da prelievo bioptico. Il trattamento,
quasi sempre farmacologico, si basa sull'assunzione di sostanze alcaline e
adsorbenti, antispastici, antidolorifici, ansiolitici e tranquillanti,
citoprotettori che aumentano i naturali meccanismi di difesa della mucosa,
antiacidi che inibiscono la secrezione gastrica agendo come antagonisti
selettivi dell'istamina o inibendo la pompa protonica delle cellule parietali, e
di farmaci antivagali. La terapia farmacologica, di solito molto efficace (porta
a guarigione completa entro 4 settimane l'80% dei pazienti con
u.
duodenale e il 70% di quelli con lesione gastrica), deve essere accompagnata da
una dieta rigorosa, dall'assunzione di vitamine, amminoacidi e da un tenore di
vita regolato. Le recidive, tuttavia, sono assai frequenti: circa il 90% dei
pazienti affetti da
u.
vanno incontro a riacutizzazione entro due
anni dal primo attacco e ciò rende di fondamentale importanza la
compliance del paziente a un trattamento farmacologico a basse dosi
continuativo, per un periodo assai prolungato, se non per tutta la vita.
L'intervento chirurgico si applica solo in caso di insuccesso della terapia
farmacologica o in caso di complicazioni, quali perforazioni, emorragie,
stenosi, e comporta la resezione di una parte dell'organo interessato. ║
U.
peptica duodenale: lesione peptica singola o multipla,
più frequente nel sesso maschile che in quello femminile, localizzata
nella maggior parte dei casi entro 3 cm dalla giunzione gastroduodenale.
Solitamente cronica e recidivante, è accompagnata da dolore epigastrico
(a destra della linea mediana), che insorge da un'ora e mezza a tre ore dopo il
pasto, talvolta sostituito da pirosi, accompagnato da dispepsia, vomito, nausea,
perdita di peso, eruttazioni acide, senso di gonfiore epigastrico. Quasi sempre
benigna, essa ha spesso un andamento stagionale. ║
U.
peptica
gastrica: meno frequente rispetto alla precedente, questa lesione peptica
può essere singola o multipla e colpisce con pari frequenza i due sessi.
A volte di natura maligna, essa è localizzata in genere lungo la piccola
curva e può essere associata a gastrite del fondo (tipo I), a
u.
duodenale (tipo II) oppure a lesioni prepiloriche (tipo III). Anche in questa
forma il sintomo principale è il dolore epigastrico, spesso con
irradiazioni lungo le ultime due costole e alle vertebre dorsali basse, e
riduzione dopo assunzione di cibo o antiacidi. In questa forma sono più
comuni i casi asintomatici come pure i cali ponderali per anoressia, mentre fra
le complicanze compaiono più di frequente i sanguinamenti e le stenosi.
║
U.
peptica postoperatoria: lesione localizzata in genere
nel duodeno o sull'anastomosi, che insorge talvolta dopo interventi di
gastroenterostomia e di resezione gastrica tendendo facilmente alla
perforazione. La terapia è chirurgica e consiste nell'asportazione
dell'anastomosi o nella più radicale resezione di stomaco, duodeno e ansa
digiunale anastomotica. ║
U.
sottolinguale: caratteristica
dei lattanti, questa forma, altrimenti nota come malattia di A. Riga e F. Fede,
è localizzata ai lati del frenulo linguale e si manifesta per lo
più in concomitanza con l'eruzione degli incisivi inferiori, che sfregano
contro la superficie inferiore della lingua. ║
U.
tifosa:
tipica lesione del tifo addominale, tra il secondo e il terzo stadio,
localizzata a livello della porzione distale dell'ileo. ║
U.
tubercolare: disposta in genere intorno alla bocca, alle narici, all'ano, ai
genitali esterni, è caratterizzata da margini violacei, sottili,
irregolari, scollati, e dal fondo cosparso di tubercoli giallastri. ║
U.
varicosa o
u.
degli arti inferiori: processo
ulceroso cutaneo a lento decorso che si manifesta soprattutto negli arti
inferiori affetti da disturbi cronici della circolazione venosa, quali varici,
tromboflebiti, stasi circolatoria, ipertensione venosa. Le infezioni microbiche
croniche o recidivanti e vari fattori fisici e chimici possono concorrere alla
loro formazione. Localizzata di preferenza nella regione sopramalleolare della
gamba, è una forma indolore, recidivante, caratterizzata da prurito ed
eczema accompagnati da cute atrofica, assottigliata, con placche violacee.
Spesso si complica con una linfangite recidivante che porta a edema cronico e a
elefantiasi dell'arto colpito. La terapia, a base di antibiotici e
antinfiammatori, si accompagna all'impiego di metodi di compressione compatibili
con la deambulazione. ║
U.
venerea: malattia venerea acuta
provocata da
Haemophilus ducreyi, che si manifesta con la comparsa, dopo
un periodo di incubazione di 3-14 giorni, di un'
u. necrotica singola o
multipla, molle e dolente, di forma e dimensioni assai variabili, con i margini
scollati e irregolari, localizzata a livello dei genitali. Essa interessa le
linfoghiandole inguinali, che risultano così tumefatte, suppurate,
dolenti, confluendo talvolta in un'unica placca aderente ai tessuti sottostanti
e alla cute. • Veter. - Anche i mammiferi, come l'uomo, vanno soggetti a
questa malattia, di cui esistono diverse forme. ║
U.
bottonosa: manifestazione di una forma subacuta di peste suina a
localizzazione intestinale. ║
U.
corneale: provocata da
agenti patogeni, quali virus e rickettsie, e da traumi, va facilmente incontro a
complicazioni fino a indurre cecità. ║
U.
gastrointestinale: termine con il quale vengono indicate svariate lesioni
ulcerative del tratto digerente, spesso non dolorose e tendenti a guarigione
spontanea. Si riscontrano in condizioni morbose quali enterite necrotica del
colon e del cieco dei suini, toxoplasmosi del piccolo intestino del cane,
diarrea da virus dei bovini. ║
U.
rodente: lesione diffusa
nel gatto, provocata da infezione da spirochete. Localizzata sulle labbra, tende
a regredire se sottoposta al trattamento coi raggi röntgen. ║
U.
delle zampe e delle labbra: altrimenti nota come
dermatite
ulcerativa delle pecore, questa affezione, di origine virale, è
caratterizzata da lesioni ulcerative dell'epidermide delle labbra del muso e
delle zampe, particolarmente accentuate negli spazi interdigitali e in corona, a
volte sui genitali.