Film polacco del 1977, diretto da A. Wajda.
Interpreti principali: J. Radziwilowicz, K. Janda, T. Lomnicki. Negli anni
Settanta la studentessa di cinema Agnieszka (Janda) vuole girare un documentario
sulla figura di Mateus Birkut (Radziwilowicz), operaio stakanovista dell'epoca
staliniana, dapprima considerato eroe del Socialismo, poi dichiarato traditore
per avere difeso un compagno ingiustamente accusato, quindi ucciso dalla polizia
durante gli scontri operai del 1970. La donna viene ostacolata in ogni modo, ma
trova l'aiuto di Maciek (Radziwilowicz), figlio di Mateus. Il regista riesce a
offrire un documento importante sulla storia polacca degli ultimi decenni grazie
anche all'uso di spezzoni di documentari autentici. Il successo del film e le
novità in ambito politico-sociale in Polonia spinsero l'autore a girarne
un seguito,
L'uomo di ferro (1981), nel quale Maciek, divenuto leader
operaio negli scioperi dei cantieri di Danzica, è contattato da un
giornalista (M. Opania) che in realtà cerca di carpirgli informazioni
compromettenti. L'uomo, dopo aver conosciuto lui e la moglie, Agnieszka,
imprigionata per propaganda antigovernativa, decide di non collaborare
più con le autorità. Questo secondo film vinse a Cannes la Palma
d'oro.