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Utrecht.

Città (233.951 ab.) dei Paesi Bassi, capoluogo della provincia omonima (1.434 kmq; 1.079.428 ab.); è situata nella parte centrale del Paese, in una regione pianeggiante. Fa parte della conurbazione di Ranstaal Holland. • Econ. - Centro finanziario all'incrocio di importanti vie di comunicazione stradali, ferroviarie e fluviali, è sede di industrie alimentari, chimiche, metalmeccaniche, siderurgiche, tessili, del tabacco e dei materiali da costruzione. Turismo. • St. - Già esistente in epoca romana (l'antica Traiectum), alla fine del VII sec. la città divenne sede di un vescovato (V. OLTRE) e fu scelta come residenza da san Willibrord, arcivescovo dei Frisoni; egli vi fondò il convento di San Salvatore, in seguito notevole centro culturale. Alla fine del IX sec. U. trasse notevole vantaggio dalla distruzione di Dorestad per mano dei Normanni, divenendo in breve il più importante centro commerciale dei Paesi Bassi settentrionali. Da allora la città conobbe un progressivo sviluppo, sia economico sia culturale-artistico, ed estese la propria giurisdizione su un territorio sempre più vasto, soprattutto grazie alla politica degli imperatori sassoni e franchi, favorevole ai vescovi di U. Tra il 1122 e il 1127 i borghesi ottennero dal vescovo Godebald i primi privilegi, poi confermati da Enrico V, riuscendo in tal modo a intervenire nell'amministrazione della città e ponendo le basi per la promulgazione di una nuova costituzione (1304); la maggiore autonomia della città portò, tuttavia, a tensioni e scontri con i vescovi di U., aggravatisi nei secc. XIV e XV. Inoltre, a partire dal Duecento, anche in seguito al fatto che il Reno si era scavato un nuovo letto e non attraversava più la città, le attività commerciali erano andate declinando; U. non fu ammessa fra le città anseatiche e il vescovato di U., indebolito dalle lotte contro Olanda, Gheldria, Koevorden e Bentheim, perse molta della sua autorità e potenza. Tale situazione favorì la casa di Borgogna, che era andata esercitando una sempre maggiore influenza sui territori controllati da U.: alla metà del XV sec. il duca Filippo il Buono impose come vescovo il proprio figlio illegittimo Davide, mentre la città veniva occupata dalle truppe guidate da Carlo il Temerario. I tentativi di ribellione della città si conclusero con l'occupazione, nel 1484, da parte dell'arciduca Massimiliano. Il Cinquecento vide un ulteriore indebolimento del vescovato di U.: cacciato dal Governo municipale, per riottenere il controllo della città il vescovo Enrico di Baviera impegnò i suoi Stati a Carlo V, ma in questo modo sancì la fine del suo potere temporale. Nel 1528, infatti, U. fu occupata dalle truppe di Carlo V, che fu riconosciuto come sovrano legittimo. Nella seconda metà del secolo si diffuse rapidamente la riforma; dopo il ritiro dell'esercito spagnolo in seguito alla Pacificazione di Gand (V. GAND), nel 1576, si costituì l'Unione di U. (V. OLTRE), primo nucleo del futuro Stato federale delle Province Unite. Dopo anni di lotte intestine tra aristocrazia e gilde, nel 1618 Maurizio di Nassau riportò l'ordine, abolendo di fatto, se non ufficialmente, le antiche istituzioni democratiche cittadine. Saccheggiata dai Francesi nel 1672, U. fu ricca e fiorente fino alla metà del Settecento; Nel corso dell'Ottocento subì un forte declino, ma riuscì a riprendersi e a confermarsi una delle città più floride e importanti dei Paesi Bassi. ║ Chiesa di U.: nel 1580, alla morte del vescovo F. Schenck, Roma non nominò un successore e ridusse U. a semplice missione posta alle dirette dipendenze della Santa Sede, allo scopo di mantenere un più diretto controllo sulla situazione politica e religiosa delle Province Unite, scosse dalla rapida diffusione della Riforma. Il capitolo di U., tuttavia, non accettò la presenza dei vicari apostolici mandati da Roma e si creò un contrasto destinato ad acuirsi con il tempo e accresciuto dal diffondersi delle dottrine giansenistiche e dai legami stretti fra la Chiesa di U. e Port-Royal. Dopo il rifiuto della Unigenitus a causa di nuove gravi disobbedienze nei confronti di Roma (come l'asilo concesso ad Arnauld e Quesnel, cacciati dalla Francia), il papa decise di sciogliere il capitolo: ciò determinò la definitiva rottura, sancita nel 1723 dalla proclamazione, da parte del capitolo stesso, di Cornelio Steenoven arcivescovo di U. Indipendentemente da Roma egli provvide a ricostituire il vescovato di Haarlem e, successivamente, a istituire il nuovo vescovato di Deventer. Mentre da parte sua Roma ristabiliva la gerarchia olandese e riconosceva nuovamente U. come sede di arcivescovato, la Chiesa di U. rifiutò il dogma dell'Immacolata Concezione e dopo il Concilio Vaticano stabilì contatti con i Vecchi Cattolici. Infine, nel 1931 stabilì contatti con la Chiesa anglicana. ║ Trattato di U.: il complesso degli accordi di pace che, tra il 1713 e il 1715, posero fine alla guerra di Successione spagnola. Nell'aprile 1713 la Francia firmò singoli trattati con Gran Bretagna, Olanda, Prussia, Portogallo e con il duca di Savoia; nel luglio dello stesso anno la Spagna concluse accordi di pace con la Gran Bretagna e il duca di Savoia. Con tali accordi Filippo V fu riconosciuto re di Spagna, ma solo a condizione che le Corone di Spagna e Francia rimanessero per sempre separate l'una dall'altra: in caso di morte senza eredi diretti del sovrano spagnolo, la corona sarebbe andata di diritto ai Savoia. Gli accordi stipulati nel 1713 ebbero come conseguenza numerosi mutamenti territoriali, alcuni dei quali riconfermarono ufficialmente clausole di accordi già stipulati in precedenza: la Francia cedette alla Gran Bretagna la baia di Hudson, l'Isola di San Cristoforo, la Nuova Scozia, rinunciò a Terranova e si impegnò a riconoscere la successione della casa di Hannover in Gran Bretagna; la Spagna cedette alla Gran Bretagna Gibilterra e l'Isola di Minorca, impegnandosi anch'essa a riconoscere la legittimità della casa di Hannover; oltre ai nuovi territori, la Gran Bretagna ottenne la conferma dei propri diritti, già sanciti nel marzo 1713, di esercitare la tratta dei negri nell'America meridionale; l'Austria ottenne i Paesi Bassi spagnoli; la Prussia ottenne la Gheldria orientale; al duca di Savoia fu concessa, con dignità regale, la Sicilia e furono garantiti i possedimenti già ottenuti nel 1703 in seguito all'accordo con l'imperatore Leopoldo I. Agli accordi di pace non partecipò l'imperatore Carlo VI, contrario al riconoscimento di Filippo V, e per tale motivo i trattati di U. non riuscirono a garantire la pace in Europa; tuttavia, lo stesso imperatore, vissuta l'impossibilità di continuare da solo la guerra contro la Francia, dovette acconsentire a trattative di pace, concluse nel 1714 a Rastatt e Baden. L'Austria vedeva così accresciuta la propria influenza e rafforzata la propria posizione, con il controllo, in Italia, su Lombardia, Napoletano, Sardegna e Stato dei Presidi. Nel 1715, infine, fu concluso un ultimo trattato di pace tra Spagna e Portogallo, che pose termine ai conflitti della guerra di Successione spagnola. ║ Unione di U.: unione conclusa nel 1579 tra alcune città e province dei Paesi Bassi, che costituì le premesse per la creazione della Repubblica delle sette Province Unite (Gheldria, Olanda, Zelanda, Utrecht, Frisia, Overijssel, Groninga). L'Unione confermò la Pacificazione di Gand di tre anni prima ed ebbe inizialmente solo funzione antispagnola; nel 1581, infatti, venne dichiarata l'indipendenza dalla Spagna.