Romanzo dello scrittore statunitense W.
Faulkner, pubblicato nel 1929. Suddiviso in quattro parti, di cui tre raccontate
secondo la tecnica del flusso di coscienza e una con narrazione oggettiva, narra
le vicende della famiglia Compson, antichi patrizi del Sud ormai impoveriti
dalla scarsa produttività della loro piantagione. La famiglia è
composta da una madre ipocondriaca, da un padre alcolizzato e da quattro figli,
Benjy, sordomuto e ritardato, attraverso il quale è vista la maggior
parte della vicenda, Caddy, la sorella ninfomane, che farà perdere la
testa al fratello Quentin il quale, disperato per il senso di colpa dopo averla
sedotta, si suiciderà, e Jason, malvagio e disonesto, che finirà
derubato di ogni suo avere dall'ormai cresciuta figlia illegittima di Caddy.
Disperato e inesorabile, il romanzo si pone tra i più importanti della
letteratura americana del Novecento. Deve il suo titolo a una sentenza presente
nel
Macbeth di Shakespeare (atto V, scena V: “La vita è un
racconto narrato da un idiota, pieno di strepito e di furore, senza alcun
significato”).