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Urina.

(o orina). Liquido biologico che rappresenta il prodotto finale dell'escrezione renale e il principale mezzo attraverso il quale l'organismo si libera dalle sostanze di scarto del metabolismo, in particolare da quelle azotate. Eliminata attraverso le vie urinarie (ureteri, vescica e uretra) durante l'atto della minzione, l'u. (usata spesso anche al plurale con il medesimo significato) è costituita da quanto resta del filtrato glomerulare (ultrafiltrato) successivamente al riassorbimento e alla secrezione tubulare. Le sue proprietà fisiche e la composizione chimica sono alquanto variabili, in relazione a fattori alimentari, metabolici, patologici e costituzionali. Tra i principali composti in essa fisiologicamente presenti vi sono proteine (creatinina, nucleoproteine, glicoproteine), acido urico, prodotto terminale del metabolismo nucleoproteico, urea, derivata dal catabolismo proteico, sali inorganici (cloruri, solfati, fosfati), calcio, magnesio, sodio, potassio e pigmenti biliari (bilirubina diretta). Vi si trovano in tracce ammoniaca, acido ippurico e prodotti derivati dal metabolismo ternario e quaternario (acido ossalico, glucuronico, diacetico, β-idrossibutirrico, citrico, acidi grassi liberi, fenoli, ecc.), ormoni e vitamine. All'esame microscopico i sedimenti urinari appaiono di due tipi: organizzati, rappresentati dagli epiteli di rivestimento delle basse vie urinarie e genitali, da leucociti e da muco, e non organizzati, comprendenti sali organici e inorganici in forma cristallina o amorfa e cristalli di acido urico, ippurico, ecc. Il colore dell'u. di solito varia dal giallo paglierino al giallo ambra, in base alla concentrazione dei pigmenti in essa presenti. L'odore, caratteristico, può variare in seguito al tipo di alimentazione e all'ingestione di farmaci. Generalmente acida (pH intorno a 6) negli animali onnivori e carnivori e basica negli erbivori, ha una densità compresa tra 1,012 e 1,025. Nell'uomo il volume di u. prodotta giornalmente è di circa 1,5 l, ma tale valore può variare considerevolmente in funzione della quantità di liquidi ingeriti e della sudorazione. Si parla infatti di oliguria quando il volume di u. prodotta è inferiore a 0,6 l, di anuria in caso di assenza totale di emissione e di poliuria qualora tale quantità superi i 2 l. ║ In condizioni patologiche di origine sistemica o renale, l'aspetto e la composizione dell'u. possono variare notevolmente e ciò spiega il vasto utilizzo diagnostico e prognostico della sua analisi. In caso di febbre alta l'u. appare infatti torbida, particolarmente ricca di urati e di acido urico, quantitativamente piuttosto scarsa, intensamente colorata e dotata di un odore forte. Alcune patologie comportano la comparsa nell'u. di altri composti come il glucosio nell'iperglicemia o nel diabete, le albumine nelle nefriti e nell'insufficienza renale, i pigmenti e i sali biliari in svariate patologie epatiche, i globuli rossi e i leucociti in patologie fra cui quelle di tipo infiammatorio. Normalmente limpida appena emessa, l'u. diventa col passare del tempo torbida in seguito alla precipitazione di alcune sostanze proteiche, alla sedimentazione degli elementi cellulari, alla precipitazione, dovuta al raffreddamento, dei sali presenti in soluzione a temperatura corporea o in caso di patologia (piuria, ematuria e chiluria).