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Urbanésimo.

Esodo più o meno massiccio di popolazione dalle campagne e dai piccoli centri nei grandi agglomerati urbani: lo sviluppo dell'u. nell'Ottocento. ║ In senso più generale, la continua e rapida crescita demografica dei centri urbani, nonché l'insieme dei problemi di riorganizzazione delle strutture e dei servizi urbani che essa comporta: i problemi di amministrazione comunali causati dall'u. • Encicl. - Il fenomeno dell'u. ha interessato, nelle diverse epoche, Paesi assai diversi tra loro per assetto geografico, economico e politico. Ad ogni modo, indipendentemente dalle svariate modalità in cui si è manifestato nelle diverse epoche storiche, lo spostamento di ingenti masse dalle aree agricole verso le città si è sempre verificato in concomitanza di profonde trasformazioni a livello di compagine territoriale e di organizzazione produttiva. Lo sviluppo delle prime città, sorte in Mesopotamia, Egitto, India e Cina tra il VII e il II millennio a.C., fu una diretta conseguenza del miglioramento delle condizioni economiche e produttive, che rese disponibile un surplus agricolo-alimentare. La funzione originaria di tali concentrazioni urbane era quella di provvedere al mantenimento delle strutture politiche, militari e religiose, tramite il rifornimento e lo scambio di beni dapprima esclusivamente primari, e in seguito anche non essenziali. È comunque difficile stabilire quale portata avesse raggiunto il fenomeno nell'antichità. Manifestatosi durante il Medioevo e poi all'epoca delle esplorazioni geografiche e dell'espansione coloniale, l'u. acquisì le dimensioni e le caratteristiche a noi note solo a partire dalla metà del XIX sec., in Europa occidentale, con la Rivoluzione industriale e la conseguente diffusione delle attività manifatturiere e terziarie. In un primo tempo, gli spostamenti delle popolazioni rurali furono diretti esclusivamente verso le aree in cui si concentravano le materie prime; in un secondo tempo, con la nascita delle ferrovie e il miglioramento dei trasporti marittimi, i fenomeni migratori andarono assumendo dimensioni sempre più considerevoli, estendendosi gradualmente a tutti i Paesi che venivano di volta in volta introdotti all'industrializzazione, primi tra tutti gli Stati Uniti d'America. All'inizio del XIX sec. le città con oltre mezzo milione di abitanti erano solo Londra e Parigi. Intorno al 1900, i centri urbani che superavano il milione di abitanti erano già 11 (Londra, Parigi, Berlino, Vienna, Mosca, Leningrado, New York, Chicago, Filadelfia, Pechino e Tokyo); verso la metà del XX sec., essi ammontavano a quasi un centinaio. Successivamente, con l'introduzione del petrolio al posto del carbone e la diffusione delle automobili, le residenze e gli apparati produttivi cominciarono a svilupparsi anche al di fuori delle agglomerazioni urbane monocentriche: al fenomeno dell'u. subentrò così quello dell'urbanizzazione (V.), con la conseguente diminuzione della concentrazione demografica nelle grandi città e lo sviluppo di centri di media e piccola grandezza (fenomeno della controurbanizzazione). L'u. continuò a interessare solo quei Paesi che non avevano raggiunto lo stadio del decollo industriale, vale a dire i Paesi del Terzo Mondo: è qui, infatti, che si sono formate le più grandi metropoli mondiali di tipo monocentrico (Città del Messico, San Paolo, Bombay, Calcutta, Shanghai, ecc.), caratterizzate da enormi problemi di sottosviluppo.