Antico popolo italico, stanziatosi nel territorio
compreso tra l'Adriatico e il Tevere nel corso del II millennio a.C. Considerati
dalla tradizione antica una popolazione indigena e antichissima, capostipite dei
Sabini, gli
U.
furono in seguito ristretti dagli Etruschi in una
zona corrispondente all'odierna Umbria orientale, accresciuta di alcuni
territori oltre l'Appennino. Essi strinsero con i Romani alleanze storicamente
documentate sin dal IV sec. a.C., quindi caddero entro l'orbita della nascente
potenza romana. Le più antiche e interessanti testimonianze archeologiche
relative agli
U. attestano una marcata influenza etrusca, ma anche
identità e contatti con le popolazioni picena e medioadriatica: sono
corredi funerari (armi e oggetti di ornamento personale in bronzo e in ferro,
ceramiche e vasellame di produzione locale o importati, ecc.) rinvenuti nella
necropoli a incinerazione e a inumazione presso Temi (prima Età del
Ferro) e nella necropoli sull'altopiano di Colfiorito, utilizzata dal IX al I
sec. a.C. Altri reperti del periodo arcaico sono stati rinvenuti in abitati e in
santuari (bronzetti votivi). La società agricolo-pastorale arcaica evolse
dal IV sec. a.C. in forme di civiltà più complesse, caratterizzate
dalla diffusione della scrittura, dall'introduzione della moneta, dall'inizio
del fenomeno di urbanizzazione. La lingua degli
U., che costituisce il
tipo settentrionale (umbro) della famiglia osco-umbra, è documentata
dalle Tavole iguvine nonché da iscrizioni (databili tra IV e I sec. a.C.)
redatte in un alfabeto locale di derivazione etrusca e, talora, in quello
latino. Le Tavole iguvine sono importanti anche per ricostruire il pantheon
delle divinità umbre, le quali sono individuate mediante
un'aggettivazione che sembra alludere, più che a legami di parentela tra
gli dei, ai rapporti funzionali che intercorrevano tra di essi (per esempio, la
dea Torsa è
Torsa Çerfia nella sfera del dio Çerfus,
e
Torsa lovia nella sfera del dio Giove).