Film italiano del 1952, diretto da V. De Sica.
Interpreti principali: Carlo Battisti, Maria Pia Casilio, Lina Gennari. Ex
funzionario in pensione, Umberto Domenico Ferrari (Battisti) vive in
ristrettezze economiche in una camera d'affitto insieme al suo cane. Solo, senza
amici né parenti (solo Maria - Casilio -, la giovane cameriera di casa,
mostra nei suoi confronti un po' di umanità), si vede costretto a farsi
ricoverare in ospedale, ma durante la sua assenza la padrona di casa (Gennari),
alla quale deve molti soldi, libera la stanza, decisa a non riconsegnargliela
più. Dimesso dall'ospedale, Umberto prova a chiedere l'elemosina, ma,
sopraffatto dalla vergogna, tenta il suicidio gettandosi sotto un treno:
l'improvviso allontanamento del suo cane, però, gli impedirà di
porre fine alla sua vita. Film tristissimo,
U.
D.
è
la poetica descrizione di una vita di povertà e solitudine, sceneggiata
da Cesare Zavattini, già in precedenza collaboratore di De Sica (si
ricordino
Sciuscià,
Ladri di biciclette o
Miracolo a
Milano) e interpretata con poesia e delicatezza da Carlo Battisti, un
docente universitario di Glottologia. La pellicola venne duramente criticata da
esponenti del mondo intellettuale e, soprattutto, in ambito politico, dove
scatenò le ire dell'allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio,
G. Andreotti, che faceva appello alla responsabilità dei grandi autori di
opere cinematografiche nei confronti della visuale del nostro Paese offerta
all'estero dalle loro opere. Il nome del personaggio (nome anche del padre del
regista) è un omaggio fatto da Zavattini a De Sica, il quale l'anno
precedente aveva voluto girare
Miracolo a Milano, tratto da un suo
romanzo.