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Ulpiano, Domìzio.

Giurista romano. Fu nominato assessore, insieme a Paolo Giulio, dal prefetto Papiniano (205-211). Nel 222 fu esiliato dall'imperatore Eliogabalo; prontamente richiamato da Alessandro Severo, ricevette da quest'ultimo importanti incarichi: magister libellorum, membro del Consiglio imperiale, praefectus annonae, prefetto del Pretorio. Fu assassinato dai pretoriani, a cui si era opposto. Nella sterminata produzione di U. (concentrata prevalentemente tra il 211 e il 217), che copre ogni ramo del diritto e si apprezza per lo stile piano e semplice, spiccano il commentario ad edictum (81 libri), e quello ad Masurium Sabinium (51 libri). Tra le altre sue opere: Institutiones (2 libri), Disputationes (10 libri), De fideicommissis (6 libri), De appellationibus (10 libri), 7 libri di regulae, un liber singularis regularum, De officio consulis (3 libri), De officio proconsulis (10 libri). Scrisse anche commenti su leggi particolari, nonché le Notae ai Digesta di Marcello e ai Responsa di Papiniano. U. godette per secoli di grande considerazione, come dimostra il fatto che il Digesto di Giustiniano è costituito per un terzo circa da frammenti tratti dalla sua produzione (Tiro, Fenicia ? - 228).