Generale e patriota
italiano. Nel 1833 venne coinvolto con il fratello Antonio nella congiura di C.
Rosaroll, per la quale fu arrestato ma subito assolto (1834). Deputato della
provincia di Napoli, nel 1848 partecipò alla difesa di Venezia; si
ritirò quindi in esilio a Parigi. Rientrato in Italia (1859), ottenne il
comando in capo dell'esercito toscano che dovette tuttavia lasciare
perché sospettato di favorire le aspirazioni al trono da parte di G.
Napoleone. Tornato a Napoli, si riaccostò a Francesco II di Borbone che
seguì a Roma (1861) al momento della caduta del Regno delle due Sicilie.
Stabilitosi nel 1866 a Firenze,
U.
si dedicò infine agli
studi militari; lasciò alcuni scritti, tra cui:
La guerra per
l'indipendenza italiana nel 1848 e 1849 (1859),
L'esercito italiano e la
battaglia di Custoza (1866),
Gli eserciti e la politica degli Stati
(1869) (Napoli 1810 - Firenze 1891).