(dal francese
huguenots, der. del tedesco
eigdenosse: confederato, nome di un partito di Ginevra del XVI sec.,
incrociato con il nome di
Hugues Besançon, capo del partito
antisavoiardo). Nome attribuito ai protestanti francesi nel corso delle lotte a
sfondo religioso che si svolsero in Francia nei secc. XVI-XVII. Le
comunità riformate adottarono un'organizzazione di tipo autonomo a
partire dal 1535, quando già la Monarchia francese aveva cominciato a
palesare ostilità nei confronti dei protestanti; un momento fondamentale
fu il primo sinodo nazionale, tenutosi a Saint-Germain-en-Laye, nel 1559, in cui
si riunirono le varie Chiese indipendenti e confederate tra loro, secondo il
modello ginevrino. Tra le diverse comunità e il sinodo nazionale si
collocavano i sinodi provinciali, che si svolgevano due volte l'anno. Gli
u. raccolsero adepti in diverse classi sociali: nobiltà (anche
elevata), borghesia, artigianato, contadini; nel loro movimento, al di là
delle motivazioni religiose, si fusero così rivendicazioni politiche e
sociali di diversa natura. Le comunità degli
u. vennero presto a
caratterizzarsi, nel loro insieme, come un organismo autonomo, fortemente coeso
e dotato di una sua struttura politico-militare; quest'ultima divenne
progressivamente dominante rispetto a quella ecclesiastica e sfociò nel
1573 (assemblea di Millau) nella costituzione di un Partito ugonotto. Nel
pensiero politico ugonotto si tendeva a ridimensionare l'assolutismo monarchico
e a sottolineare gli aspetti contrattualistici del potere regale. Gli
u.
furono protagonisti delle lunghe guerre di religione francesi, incominciate con
il massacro dei protestanti di Vassy, perpetrato da Francesco di Guisa nel marzo
1562. Nel decennio successivo gli
u., capeggiati dal principe di
Condé, ebbero, in seguito alle lotte contro i Guisa, una forte ascesa nel
Paese, culminata nel 1570 nella Pace di Saint-Germain-en-Laye, con la quale
venne loro riconosciuto lo
status di potenza autonoma e il diritto di
occupare, per due anni, quattro piazzeforti: Cognac, La Charité, La
Rochelle, Montauban. La situazione cambiò dopo la strage di San
Bartolomeo (1572), eseguita per ordine di Caterina de' Medici, che colpì
gravemente gli
u. La lotta tra Navarra e Guisa continuò comunque
per anni; dopo l'ascesa al trono di Enrico di Navarra, fu promulgato l'Editto di
Nantes (1598), che accordava agli
u. una quasi generale libertà di
culto, un'ampia rappresentanza nei Parlamenti e duecento
places de
sûreté. Scomparso Enrico IV, gli
u., non sentendosi
garantiti nei loro diritti, riaprirono le ostilità, ma capitolarono con
la caduta della Rochelle (1628). L'anno seguente fu emanato l'Editto di
Nîmes, che li privò delle loro piazzeforti, pur riconoscendo loro
le libertà religiose. Nel 1685 Luigi XIV, con la revoca dell'Editto di
Nantes, costrinse molti
u. a lasciare la Francia.