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Ubertino da Casale.

Religioso italiano. Entrato nell'ordine francescano nel 1273, in Umbria e in Toscana venne a contatto con il movimento degli spirituali, subendo in particolare l'influsso di P. Olivi e del beato Giovanni da Parma. Stabilitosi a Firenze (1285-89), si trasferì poi (1289-98) a Parigi per studiare teologia. Al suo ritorno in Italia, subì l'influsso della beata Angela da Foligno, dedicandosi alla propagazione degli ideali di riforma della Chiesa e dell'ordine. Esiliato alla Verna (1304), vi portò a termine la sua opera più importante, l'Arbor vitae crucifixae Jesu (1305), nella quale, rifacendosi ai principi del più intransigente Francescanesimo e del Gioachinismo, condannò i mali e la corruzione della Chiesa. Difensore dell'ortodossia dell'Olivi alla corte papale (1310-12), nel 1317, entrato in contrasto con papa Giovanni XXII, fu costretto a passare con i Benedettini. Tuttavia, continuò a svolgere la sua attività di cappellano del cardinale N. Orsini, perseverando altresì nella difesa degli spirituali. Accusato di eresia, nel 1325 fuggì da Avignone, riparando presso l'imperatore Ludovico il Bavaro. Tra le altre sue opere, la Responsio (1310), in difesa delle dottrine teologiche e pauperistiche dell'Olivi, e un Tractatus de altissima paupertate Christi (Casale Monferrato, Alessandria 1259 circa - dopo il 1329).