Chim. - Elemento chimico di numero atomico 90 e
peso atomico 232,04; simbolo:
Th. Nella tavola periodica degli elementi
si colloca come primo termine degli attinidi dopo l'attinio, precedendo il
protoattinio e l'uranio. Scoperto nel 1928 da J.J. Berzelius, il
t.
è uno degli elementi radioattivi che si trovano in natura. Ha
densità 11,7g/cm
3, punto di fusione di 1.750 °C e punto
di ebollizione di 3.800 °C. Ha aspetto lucente e si ossida all'aria,
colorandosi di bruno; è malleabile e, quindi, facilmente lavorabile. Il
t. è un elemento raro nella crosta terrestre, della quale
costituisce lo 0,0011% circa. Risulta associato, in alcuni minerali che lo
contengono, a terre rare, titanio, niobio, tantalio, uranio. Il principale
minerale con tracce di
t. è la
monazite, un miscuglio di
fosfati di terre rare che contiene fosfato e silicio di
t. dall'1 al 20%.
Altri minerali che rilevano la presenza di
t. sono la
torite, un
silicato di
t. ThSiO
4, e la
torianite, un ossido di
uranio
t. (ThU)O
2. Il metodo di produzione del metallo varia a
seconda del minerale di base. Quasi tutti i processi partono da un attacco della
sabbia torifera con acido solforico o alcali caustici, a caldo, per
solubilizzare il
t. Lo si trasforma quindi in composti che possono essere
estratti dalla miscela per estrazione con liquidi selettivi. Il metallo puro si
può ottenere per trattamento di suoi composti con metalli riducenti quali
potassio, calcio, sodio, oppure per elettrolisi di suoi composti sciolti in sali
fusi; metallo particolarmente puro si può preparare per decomposizione
termica del suo ioduro ThI
4 su un filo di tungsteno rovente. Il
t. è utilizzato per la produzione di energia nucleare controllata
e nella preparazione di leghe.