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Tìvoli.

Città in provincia di Roma, 31 km a Est del capoluogo; è situata a 235 m s/m., sulle pendici settentrionali dei Monti Tiburtini, alla sinistra del fiume Aniene, nel punto in cui questo forma le famose cascate. La città conserva il nucleo antico, sorto intorno alle ville d'Este e Gregoriana, mentre la parte più recente si sviluppa più a valle. 52.596 ab. CAP 00019. • Econ. - Le industrie, soprattutto cartiere, della lavorazione della gomma e tipografiche, sono favorite dalla possibilità di sfruttare l'energia idrica e idroelettrica della zona. Un ruolo importante nell'economia della città è svolto dal turismo, attratto dai tesori artistici e dalla possibilità di usufruire degli stabilimenti termali di Bagni di T. Nei pressi della città sono sfruttate cave di travertino. • St. - Il nome della città, le cui origini restano sconosciute, deriva dalla voce sabina teiba o teba (colle). Aderì alla lega delle città latine e nel IV sec. a.C. fu più volte sconfitta da Roma, che iniziava in quel periodo a imporre la sua supremazia nel Lazio. Dopo lo scioglimento della lega latina da parte dei Romani, T. stabilì un'alleanza (foedus) con Roma e dopo la guerra sociale i suoi abitanti ottennero la cittadinanza romana. In epoca imperiale la città, sacra a Ercole e a Vesta, divenne un famoso luogo di villeggiatura e Adriano vi costruì la sua famosa villa (V. ADRIANA, VILLA). Nel IV sec. T. divenne sede vescovile; durante le invasioni barbariche fu danneggiata dai Goti, ma lo stesso Totila provvide a restaurarla. Eretta a ducato dai Bizantini e divenuta il centro amministrativo dei patrimoni sabinese e carseolano di San Pietro, la città si pose sotto il controllo dell'imperatore Ottone III e seguì una linea politica filoimperiale fino al 1142 quando, sostenendo l'antipapa Anacleto, si scontrò con Innocenzo II; tre anni dopo, nel 1145, T. difese contro Roma papa Eugenio III. Dopo essere stata conquistata dal Barbarossa, che l'arricchì di monumenti e ne aumentò le fortificazioni, alla metà del XIII sec. T. fu sottoposta al controllo del Senato romano, di fatto abolendo la costituzione comunale che si era data fin dal IX sec. Nel corso del Quattrocento divenne città pontificia perdendo la sua autonomia; al suo governo si susseguirono numerosi cardinali, fra i quali Alessandro Farnese e Ippolito II d'Este, che nel 1550 vi fece erigere la celebre villa. Soggiorno di Carlo III di Borbone, T. fu creata capoluogo di circondario da Napoleone. • Arte - La città conserva numerose testimonianze dell'epoca più antica: i resti di un grande santuario extraurbano risalente al I sec. a.C., dell'anfiteatro e del cosiddetto Mercato Coperto. Sono inoltre importanti i due templi, uno a pianta circolare e uno a pianta rettangolare, trasformati durante il Medioevo in chiese e conservatisi in buone condizioni; entrambi risalgono alla fine del periodo repubblicano. Per quanto riguarda l'antica cinta muraria, sono giunti a noi solo pochi tratti della struttura originaria, risalente al IV sec. a.C. Presso la città sono conservati inoltre importanti rovine di ville residenziali di epoca romana (di Bruto, di Cassio, di Orazio, villa Adriana) e di tombe, fra le quali il cosiddetto tempio della Tosse, tomba romana trasformata in chiesa e contenente affreschi del X sec. Di epoca medioevale sono notevoli le chiese di San Silvestro, di Santa Maria Maggiore (con portale in stile gotico), la basilica della Carità e il duomo (rifatto nel XVII sec.; conserva un trittico con il Salvatore risalente al XII sec. e la scultura lignea della Deposizione, risalente ai primi anni del Duecento). Numerose sono le dimore rinascimentali sia all'interno della cinta muraria sia negli immediati dintorni della città: oltre al palazzo Croce, risalente alla fine del Cinquecento, con notevoli decorazioni a stucchi e mosaico o a maioliche, il monumento più importante e celebre è la villa d'Este, la cui costruzione fu affidata da Ippolito II d'Este all'architetto Pirro Lagorio nella seconda metà del Cinquecento. Eretta su un preesistente convento benedettino già trasformato in palazzo del Governo nel corso del Duecento, la villa è decorata da affreschi di F. Zuccari, L. Agresti e G. Muziano ed è famosa per il suo vasto giardino, abbellito da numerose fontane. Risale invece in gran parte al XIX sec. la villa Gregoriana, la cui bellezza risiede soprattutto nel grande parco naturale, con cascate e dirupi.