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Tèramo.

Città dell'Abruzzo settentrionale e capoluogo della provincia omonima; è situata su un ampio ripiano a 265 m s/m., alla confluenza dei torrenti Tordino e Vezzola, in posizione equidistante tra il Mare Adriatico e il massiccio del Gran Sasso. 52.327 ab. CAP 64100. • Econ. - Abbastanza sviluppato è il settore primario, che alimenta il mercato agricolo (cereali, viti, olivi, ortaggi, frutta, tabacco) e del bestiame. Non trascurabili sono le attività industriali, che comprendono numerosi stabilimenti metalmeccanici, dolciari, alimentari, oleari, vinicoli e tessili; diffuse sono anche le industrie per la lavorazione della pelle e della lana e per la produzione di mattonelle smaltate, laterizi, materiali da costruzione e mobili. Nell'economia urbana i settori maggiormente sviluppati sono comunque quello terziario e quello commerciale, che impiegano oltre i due terzi della popolazione attiva. Nei pressi della città sorge l'osservatorio astronomico di Collurania. • St. - Antica capitale dei Pretuzi, T. divenne parte dei domini romani nel 268 a.C., in seguito alla conquista di M. Curio; inclusa nella regione picena per volere di Augusto, fu denominata Interamnia (Inter amnes: tra i fiumi). Trasformata in municipio dopo la guerra civile, divenne una colonia militare sotto Silla, per poi essere nuovamente inclusa nella Regio V (Picenum) con la riforma augustea. Malgrado la progressiva perdita di indipendenza, la città acquisì un importante ruolo economico e strategico, grazie alla costruzione delle strade consolari che la collegarono con Roma e il Mar Tirreno. Dopo il crollo dell'Impero romano T. subì saccheggi e devastazioni da parte dei Goti e dei Visigoti; fu quindi ricostruita dai Longobardi e inclusa con il resto dell'Abruzzo nel ducato di Spoleto. Nell'XI sec. passò sotto il dominio dei Normanni, entrando a far parte prima del ducato di Puglia e poi del Regno di Napoli. Elevata a sede vescovile fin dalla fine del IX sec., la città trovò nella Chiesa un punto di riferimento politico e un elemento di continuità storica e culturale. Nel 1156 fu quasi totalmente distrutta da un incendio; ricostruita dal vescovo Guido II, a partire dal 1207 poté dotarsi, dietro concessione del vescovo Sasso, di propri statuti. Annessa da Federico II al giustizierato di Sulmona, con la riorganizzazione amministrativa intrapresa da Carlo d'Angiò entrò a far parte dell'Abruzzo Ulteriore (1273), vivendo un periodo di notevole fioritura, testimoniato peraltro dall'edificazione di chiese, conventi e dimore nobiliari, e dall'intensificarsi delle sue relazioni commerciali con la Toscana, l'Umbria e Venezia. Tra i secc. XIV e XV T. visse un periodo di grande crisi, soprattutto a causa degli sconvolgimenti derivanti dalle lotte intestine tra le famiglie rivali dei Melatino, appoggiati dagli Acquaviva, e dei Della Valle. La situazione si aggravò ulteriormente dopo Giovanna I, quando scoppiarono le guerre tra Angioini e Durazzeschi per la successione al Regno di Napoli. Sotto Giovanna II la città visse alcuni anni di tranquillità (1421-24), quindi fu nuovamente funestata dai disordini, finché Francesco Sforza non la assoggettò al proprio dominio (1438-43). Ridotta sotto l'autorità della corona da Alfonso il Magnanimo, tornò per un breve periodo agli Acquaviva, per poi passare definitivamente al demanio regio. Riacquistò nuove funzioni e un ruolo di centralità solo a partire dal 1684, quando fu elevata a capoluogo della provincia di Abruzzo Ulteriore I e a sede della regia udienza. Occupata dagli Austriaci (1707-34) e dai Francesi (1798), insorse contro G. Murat nel 1814; sottomessa poco dopo dalle truppe del generale F. Pepe, seguì le sorti del Regno delle Due Sicilie fino all'unità d'Italia. Nel 1949 la sua diocesi venne unita a quella di Atri. • Arte - T. conserva numerosi monumenti medioevali. Tra i più importanti, vanno ricordati: la chiesetta romanica di San Getulio, ricostruita parzialmente nel XII sec., nella quale sono incorporati i resti della primitiva cattedrale bizantineggiante del VI sec.; le parti più antiche del palazzo vescovile (XIV sec.), oggi ristrutturato, e del municipio; le case delle famiglie Melatino e Catenacci; la chiesa di San Domenico (XIV sec.) e le chiese di San Francesco (XIII sec.) e Santa Caterina; l'attuale duomo, la cui costruzione, iniziata nel 1157 in forme romaniche, fu completata nel XIV sec. con l'edificazione del presbiterio in stile gotico (1317-32). All'interno del duomo sono inoltre conservati il prezioso paliotto argenteo di Nicola da Guardiagrele (1448) e il polittico di Jacobello del Fiore (inizio XV sec.). L'unico monumento risalente all'epoca rinascimentale è il chiostro dell'ex monastero di San Giovanni (XV sec.). Al periodo barocco appartengono le chiese di Sant'Agostino e Santo Spirito. Il Museo Civico include una pinacoteca e raccolte di materiale archeologico. Da menzionare, infine, è la biblioteca provinciale Melchiorre Delfico che, fondata da Murat nel 1816 e aperta al pubblico dal 1826, ha sede in una parte del palazzo Delfico; in essa si possono trovare preziose raccolte di manoscritti e di stampati di storia locale. ║ Provincia di T. (1.950 kmq; 289.746 ab.): situata nella parte nord-orientale dell'Abruzzo, confina con le Marche, con il Lazio e con le province di L'Aquila e Pescara. Il suo territorio, prevalentemente montuoso e collinare, è di forma quadrangolare e digrada dalla catena appenninica, dove si innalza nei Monti della Laga e nel Gran Sasso, fino alla costa adriatica, attraverso una vasta zona collinare preappenninica solcata dalle valli dei fiumi Vibrata, Salinello, Tordino, Vomano e Tronto. I terreni sono prevalentemente sedimentari, calcarei e poco profondi nell'area montana, argilloso-calcarei e poveri di materiale organico in quella collinare, e silicio-calcarei lungo il litorale adriatico. Sui rilievi il clima è di tipo subcontinentale, con inverni freddi nevosi; le zone costiere presentano invece un clima di tipo mediterraneo, con estati calde e secche e precipitazioni scarse. Le attività economiche si presentano alquanto diversificate. L'agricoltura è praticata soprattutto nella fascia costiera e nella zona collinare interna, dove si producono cereali, ortaggi, frutta, barbabietole da zucchero, viti e foraggi. Il patrimonio zootecnico comprende bovini, ovini, caprini, suini ed equini. Numerosi sono i centri pescherecci. L'attività industriale si articola principalmente nei settori alimentare, tessile, meccanico, dell'abbigliamento, della lavorazione del marmo, della pietra e dei laterizi. Viene prodotto inoltre il gas naturale, estratto in buone quantità dai giacimenti di Cellino Attanasio e Castelnuovo Vomano. Fiorente il turismo balneare (Alba Adriatica, Giulianova, Tortoreto Lido, Roseto degli Abruzzi, Pineto, Silvi Marina, Matinsicuro) e montano (Prati di Tivo, Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga). Ricordiamo, infine, il santuario di San Gabriele, nel comune di Isola del Gran Sasso d'Italia, meta tradizionale di molti devoti. Altri centri: Civitella del Tronto, Montorio al Vomano, Atri.