Stato (488.000 kmq; 5.502.000 ab.) dell'Asia
centro-occidentale. Confina a Nord-Ovest con il Kazakistan, a Nord e a Est con
l'Uzbekistan, a Sud con l'Afghanistan e l'Iran ed è bagnato a Ovest dal
Mar Caspio. Capitale: Ašgabat. Città principali: Čardžou,
Tašauz, Mary, Nebit-Dag. Ordinamento: Repubblica. Il potere esecutivo
spetta al capo dello Stato e presidente della Repubblica, eletto ogni cinque
anni a suffragio universale diretto, che nomina e soprintende il Consiglio dei
ministri. Il potere legislativo è di competenza del Parlamento, i cui 50
deputati vengono eletti anch'essi ogni cinque anni a suffragio universale.
Supremo organo di rappresentanza è il Consiglio popolare, presieduto dal
capo dello Stato e incaricato di adempiere a funzioni legislative particolari,
nonché di verificare la corretta applicazione della Costituzione. Dal
punto di vista amministrativo, il
T.
è suddiviso in sei
province, i cui capoluoghi sono anche le città più importanti del
Paese. Moneta:
manat.
Lingua ufficiale: turkmeno; godono di
relativa diffusione anche il russo e l'uzbeco. Religione: nella quasi
totalità, musulmana di rito sunnita.
GEOGRAFIAMorfologia:
costituito per oltre due terzi da deserti e semideserti, il territorio del
T.
è delimitato a Nord dall'estremità meridionale
dell'altopiano dell'Ustjurt, a Sud-Ovest dai massicci del Kopet Dag, e a Sud-Est
dal prolungamento occidentale del Paropamiso e dai rilievi del Badhyz e del
Karabil. Procedendo verso Nord-Est, questi ultimi si abbassano gradualmente fino
a lasciare il posto alla vasta distesa desertica del Karakum e alla valle
dell'Āmū Daryā, che segna per un lungo tratto il confine con
l'Uzbekistan. La sezione orientale del Paese è dominata dalle montagne
brulle del Balchan, costituenti la propaggine del Kopet Dag e culminanti a 1.880
m. Le coste del Mar Caspio si presentano basse e dunose tra il confine iraniano
e il golfo di Krasnovodsk, frastagliate e ripide in corrispondenza del suddetto
golfo e a Nord di esso, e acquitrinose nel tratto del Kara-Bogaz-Gol, un
vastissimo golfo trasformato in palude dall'evaporazione. Conche e depressioni
(
takyr), alcune delle quali situate al di sotto del livello del mare,
caratterizzano infine l'entroterra (depressione di Sary-Kamyš; valle morta
dell'Uzboj). ║
Idrografia: il
T.
risulta povero di
risorse idrografiche, possedendo un solo fiume significativo per lunghezza e
portata, l'Āmū Daryā, e pochi altri corsi fluviali a carattere
stagionale o di natura endoreica. ║
Clima: il clima, di tipo
continentale, è caratterizzato da forti escursioni termiche, con
temperature che raggiungono massime di 50° in estate e minime di -30°
in inverno. Le precipitazioni sono molto scarse, superando i 200 mm annui solo
sui rilievi meridionali. Frequenti le tempeste di sabbia, provocate dalle
violente correnti che soffiano dall'Afghanistan. ║
Flora e fauna:
la vegetazione, di tipo steppico, è caratterizzata dalla presenza di
cespugli spinosi, artemisie, salsole, salici, ontani, pioppi, tulipani e
papaveri; la fauna è costituita da sciacalli, volpi, marmotte, martore,
talpe e ricci.
Cartina del Turkmenistan e dell'UzbekistanECONOMIAAgricoltura:
l'agricoltura svolge un ruolo di grande importanza nell'economia del Paese,
contribuendo per circa un terzo alla formazione del prodotto interno lordo e
impiegando il 42% della popolazione attiva. Corrispondente al 20% circa del
territorio nazionale, la superficie coltivabile è aumentata notevolmente
a partire dagli anni Novanta del XX sec., allorché fu avviata una riforma
volta a incrementare la produzione agricola mediante la concessione in affitto
delle aree incolte. Ampiamente diffusa è l'agricoltura irrigua,
sviluppatasi soprattutto in seguito alla realizzazione, promossa dal Governo
sovietico, di grandiose opere di canalizzazione, che hanno permesso di estendere
le coltivazioni anche fuori dalle oasi. La coltura principale è quella
del cotone, che viene trasformato in fibra destinata soprattutto al mercato
internazionale. Si producono inoltre frumento, orzo, mais, riso, uva, frutta,
ortaggi, oleaginose e tabacco. ║
Allevamento: l'allevamento
costituisce tuttora una voce molto importante dell'economia del Paese, fornendo
il 25% del valore aggiunto del settore primario. Il patrimonio zootecnico
comprende bovini, caprini, cavalli, volatili da cortile e soprattutto ovini, che
forniscono carne, lana e pellicce astrakan (razza karakul). L'attività
peschereccia è particolarmente sviluppata lungo le coste del Mar Caspio.
║
Industria: il
T.
è ricco di giacimenti
minerari, lo sfruttamento dei quali ha permesso di avviare l'industrializzazione
del Paese: gas naturale, petrolio, sali minerali, magnesite, salgemma, carbone,
zolfo, zinco, tungsteno e piombo. Ancora relativamente modesto, l'apparato
industriale impiega comunque il 30% della popolazione attiva e contribuisce per
circa un terzo alla formazione del prodotto interno lordo. Le industrie
più diffuse sono quelle chimiche, petrolchimiche e metalmeccaniche,
seguite da quelle tessili e per la lavorazione del vetro e del cemento. Centrali
idriche e termiche forniscono l'energia elettrica necessaria a ricoprire il
fabbisogno interno. ║
Commercio e comunicazioni: il sistema delle
comunicazioni risulta insufficientemente sviluppato rispetto alle esigenze del
Paese, contribuendo ad aumentarne l'isolamento e l'arretratezza economica. La
rete ferroviaria ha il suo asse principale nella Transcaspiana, che mette in
comunicazione il porto di Krasnovodsk con Čardžou, sull'Āmū
Daryā. Il commercio estero si svolge prevalentemente con i Paesi dell'ex
Unione Sovietica, ai quali vengono destinati gas naturale e petrolio in grandi
quantità.
STORIAFondata nel
1924 e federata all'Unione Sovietica dal 1925, la Repubblica del
T.
fu tra gli ultimi Paesi a staccarsi dall'Unione Sovietica dopo la
proclamazione della propria sovranità nell'agosto 1990. Dichiarata
indipendente nel dicembre 1991, fu governata dal Partito democratico (ex Partito
comunista), il cui leader S. Niyazov, presidente della Repubblica dal 1990,
varò una nuova Costituzione (maggio 1992) e instaurò un regime di
tipo autoritario. Contemporaneamente, il
T.
intraprese una linea
politica volta a favorire gli investimenti stranieri e le esportazioni e si
adoperò al fine di consolidare i legami con gli altri Paesi musulmani
asiatici, tanto che nel maggio 1992 si svolse nella sua capitale la conferenza
delle Repubbliche musulmane dell'ex Unione Sovietica, alla quale parteciparono,
tra gli altri, anche i delegati dell'Iran, del Pakistan e della Turchia. Negli
anni successivi, in particolare dal 1998, l'autoritarismo della politica del
presidente Niyazov si accentuò ulteriormente, lasciando sempre meno
spazio al dissenso e all'autonomia di pensiero (nonostante ciò venne
rieletto nel 1999). Nel corso del 2000 Niyazov introdusse misure restrittive per
il rilascio dei visti agli stranieri, privò i Turkmeni della
possibilità di tenere conti all'estero, costrinse alle dimissioni
il ministro degli Esteri Boris Sheykhmouradov, accusato di non padroneggiare
sufficientemente il turkmeno (la sua lingua madre era l'armeno), e
annunciò che tutti i candidati ai posti di responsabilità
avrebbero dovuto parlare correntemente il
turkmeno.
POPOLAZIONELa popolazione
del
T.
costituisce una compagine etnica abbastanza omogenea,
essendo formata per quasi due terzi da Turkmeni, poi da Russi, Uzbeki, Kazaki,
Tatari, Ucraini e Armeni. L'elemento turkmeno fece la sua comparsa nel
territorio corrispondente all'odierno
T.
nei secc. IX-X, quando un
gruppo di discendenti dei Turchi Oghuz, abbandonando le steppe natie dell'Asia
centrale per le più fertili regioni occidentali, si stabilì tra il
Sīr Daryā, l'Āmū Daryā e le coste orientali del Mar
Caspio, assimilandosi ai nomadi indigeni di lingua iranica e assumendo il nome
etnico di
Turcomanni. Incalzato dall'avanzare dei Turchi, questo gruppo
si spostò in seguito verso Sud e occupò il territorio compreso tra
il deserto del Karakum e la regione persiana del Khorāsān. All'XI sec.
risale la fondazione, a opera di una parte dei Turcomanni (Selgiuchidi), del
Regno di Buchara, dal quale sorse un potente Stato musulmano che sopravvisse per
tre secoli, inglobando la Persia, l'Anatolia e la Mesopotamia. Nel corso del XIV
sec. un nucleo di Turcomanni si spostò verso Occidente e gettò le
fondamenta dell'Impero ottomano; contemporaneamente, un altro gruppo diede
inizio alla turchizzazione dell'Azerbaigian. A partire dal XIII sec., il
territorio dei Turcomanni subì varie dominazioni: dapprima quella dei
Mongoli, poi quella degli Uzbeki (XV sec.) e infine quella del canato di
Khīwa (fine del XVIII sec.). Stremati, i Turchi della madrepatria persero
la loro originaria coesione e si suddivisero in 24 tribù, tra alcune
delle quali sorsero peraltro aspri contrasti. I vari nuclei turcomanni
mantennero comunque intatte le loro tradizioni culturali e la loro
organizzazione sociale: la maggior parte di essi continuò a praticare
l'allevamento nomade e l'agricoltura, mentre gli altri si diedero al
brigantaggio. Protettorato russo dal 1868, il territorio fu incorporato alla
Russia nelle sue parti occidentali e meridionali (1884). Oppostisi alla
russificazione, nonché alla collettivizzazione forzata e alla
sedentarizzazione promosse dai nuovi dominatori, i Turcomanni riuscirono a
conservare la propria autonomia culturale e le proprie tradizioni sociali. Oggi
la popolazione del
T., per oltre la metà ancora rurale, si
concentra su appena un quinto del territorio, in particolare nella zona
pedemontana del Kopet Dag, dove si trova anche la capitale, e nelle oasi. La
densità registra valori medi molto bassi (8 ab./kmq).