Dramma lirico in tre atti e cinque quadri di G.
Puccini, su libretto di G. Adami e R. Simoni, dall'omonima fiaba teatrale (1762)
di C. Gozzi. L'ultima scena, rimasta incompiuta per la morte dell'autore, fu
completata da Franco Alfano sugli appunti rimasti. La prima rappresentazione,
limitata alla parte musicata da Puccini, avvenne postuma al Teatro alla Scala di
Milano il 25 aprile 1926, sotto la direzione di Arturo Toscanini. Il soggetto
favoloso, nuovo per Puccini, stimolò nell'autore uno sforzo di
rinnovamento stilistico, una ricerca di nuovi effetti armonici, strumentali e
vocali. La partitura rivela l'influenza di M. Mussorgskij del
Boris
Goudunov nella frequenza e significatività dei momenti corali. Non
manca tuttavia il tratto distintivo dell'arte pucciniana: una vena melodica
sentimentale che permise all'autore di umanizzare la vicenda fiabesca e
conferire un certo spessore psicologico a personaggi come la schiava Liù,
eroica fino alla morte per amore al suo principe. Turandot (soprano),
principessa cinese, per vendicare una sua ava violata dai barbari, fa uccidere
tutti i pretendenti alla sua mano che non sappiano risolvere i tre enigmi che
ella propone loro. Calaf (tenore), figlio del vecchio re tartaro spodestato
Timur (basso), innamoratosi di Turandot decide di tentare anche lui la prova,
invano dissuaso dai ministri del Regno Ping (baritono), Pang e Pong (tenori),
dal padre e dalla schiava Liù (soprano), innamorata di lui senza
speranza. Presentatosi alla principessa come Principe Ignoto, Calaf riesce a
risolvere gli enigmi. Turandot, sconfitta, si dispera, ma Calaf si dichiara
pronto a morire se essa riuscirà a indovinare il suo nome prima
dell'alba. Turandot vorrebbe indurre con le torture il vecchio Timur e
Liù a rivelare quel nome; la schiava dichiara che solo lei lo conosce.
Torturata, Liù si uccide pur di salvare la vita all'amato. Turandot,
turbata dall'episodio e già attratta da Calaf, cede all'amore che
è entrato in lei; Calaf, ormai certo dell'amore della principessa, le
rivela il suo nome. Nella scena finale appaiono alla folla l'imperatore,
Turandot e Calaf. La principessa annuncia di conoscere il nome dello straniero:
Amore. Le arie più note:
Non piangere,
Liù (Calaf,
atto I);
Straniero ascolta (Turandot e Calaf, atto II);
Nessun
dorma (Calaf, atto III);
Tu che di gel sei cinta (Liù, atto
III);
Principessa di morte (Calaf e Turandot, atto III).