Stats Tweet

Tròia.

Antica città, capitale della Troade, situata all'estremità nord-occidentale dell'Asia Minore. Secondo la leggenda, la prima città, detta Dardania, prese il nome dal fondatore Dardano, eroe di origine tracia. Il dominio della città passò quindi a Tros (o Troo), nipote di Dardano (donde il nome di T.), a Ilo, figlio di Tros (da cui la denominazione di Ilio) e a Laomedonte. Il mito narra che quest'ultimo, avendo mancato di ricompensare Apollo e Poseidone per la costruzione delle mura della città, fu ucciso da Ercole il quale, parimenti, devastò la città. Con Priamo, figlio e successore di Laomedonte, T. raggiunse il massimo splendore. La fuga a T. di Elena, moglie di Menelao re di Sparta, invaghitasi di Paride, figlio di Priamo, provocò una guerra terminata, dopo nove anni di assedio, con la distruzione della città da parte della lega delle città greche, guidata da Agamennone. Tra i pochi troiani scampati al massacro ci furono Eleno, figlio di Priamo, fuggito in Epiro, ed Enea, figlio di Anchise, che, giunto nel Lazio, diede origine alla gens Iulia. Invasa, nei secc. VIII-VII a.C., da popolazioni barbare provenienti dalla Tracia e colonizzata da genti eoliche e tessaliche (fondatori, tra l'altro, di città costiere come Neandria e Asso), nei successivi due secoli T. non conservò altra importanza se non religiosa, per il tempio di Atena Ilia. Conquistata nel V sec. a.C. da Serse, fu da questi aggregata alla satrapia persiana della Frigia; ricevette quindi l'autonomia dai Greci (478 a.C.) prima di ricadere sotto la dominazione persiana. Fu quindi conquistata da Alessandro Magno, che nel 334 a.C. vi celebrò un solenne sacrificio ad Atena e concesse alla città l'esenzione dai tributi. Si formò allora una federazione di città della Troade, con centro religioso e politico nel santuario di Atena. T. passò poi sotto il dominio dei Seleucidi, di Antioco III di Siria, e finalmente dei Romani. Dopo la vittoria romana contro Filippo V di Macedonia, la città ebbe dal Senato l'autonomia e l'esenzione dai tributi. Distrutta nell'86-85 a.C. per aver parteggiato per Silla, fu da questi successivamente ricostruita e dichiarata libera. Cesare visitò la città nel 47 a.C. e la favorì e onorò come patria del progenitore Enea. Augusto fece ricostruire il tempio di Atena ponendo così le basi della nuova città di Ilium novum; gli imperatori successivi la arricchirono di nuovi edifici. L'ultimo ricordo della T. greco-romana si trova in una lettera dell'imperatore Giuliano il Grande (355 d.C.). • Archeol. - I resti dell'antica T. furono portati alla luce da H. Schliemann (1870-90) sull'altura del villaggio turco di Hissarlik, con una delle più memorabili imprese della storia dell'archeologia; gli scavi proseguirono fino 1938. Sono stati così riportati alla luce resti della città dal 3200 a.C. al 400 d.C. circa, stratificati secondo nove livelli o abitati. Alla città del terzo o del quarto livello (2600-2200 a.C.) si fa risalire il cosiddetto tesoro di Priamo (oreficerie, orecchini e pendagli, collane, spille), mentre la T. omerica è stata riconosciuta nello strato VII A, che mostra tracce di incendio databili verso il 1200 a.C. Nell'VIII strato si coglie il passaggio dall'età geometrica e orientalizzante a quella classica, con varie invasioni; nell'acropoli sorse un santuario di Atena. Il IX strato rivela la T. ellenistica distrutta da Fimbria, partigiano di Mario (86-85 a.C.). Augusto ricostruisce l'llium Novum e il tempio dorico; della città romana sono visibili resti di un teatro e di abitazioni. • Lett. - Le vicende della guerra di T. hanno fornito la trama narrativa dell'Iliade di Omero nonché di un fiorente ciclo di opere letterarie medioevali (ciclo troiano). Il poeta francese Benoît de Sainte-More scrisse (1160-70) il colossale Roman de Troie (30.000 versi ottosillabi); dalla sua opera il messinese Guido delle Colonne trasse il compendio latino Historia de destrucione Troiae (1272-87) e il senese Binduccio dello Scelto un volgarizzamento italiano. Numerose le versioni e compilazioni successive, in Spagna come in Italia, ottenute spesso attraverso contaminazioni da Virgilio e da Orazio. Alla leggenda di T. attinsero inoltre molti altri scrittori del Duecento e del Trecento: B. Latini nel Tresor, Guido da Pisa nel Fiore d'Italia, Boccaccio nel Filostrato.