Ciascuno dei lunghi bastoni, dotati di
mensolette o forcelle su cui appoggiare i piedi, utilizzati per camminare a una
certa altezza dal suolo. I
t. possono essere impiegati per gioco, nei
travestimenti carnevaleschi, negli spettacoli del circo equestre, a fini
pubblicitari. In alcuni Paesi i
t. vengono altresì impiegati per
l'attraversamento di acquitrini o la sorveglianza degli armenti, oppure
nell'esecuzione di danze rituali. In Africa, soprattutto nella parte
occidentale, talora l'uso dei
t. è legato a danze mascherate e a
riti di società segrete. L'impiego dei
t. a scopi rituali è
attestato anche nell'antico Egitto, e, attualmente, in Cina, in India, in Nuova
Zelanda. ║ Fig. -
Ragionamenti che si reggono sui t.: che non
stanno in piedi, che sono campati in aria, privi di fondamento logico. •
Agr. - In alcuni tipi di aratro, dispositivo che ha la funzione di sostenere a
una determinata altezza dal suolo l'estremità anteriore della bure. Il
t. è costituito da un'intelaiatura che porta una rotella
(poggiante sul terreno) fissata all'estremità anteriore della bure;
un'adeguata regolazione dell'altezza del
t. consente di svolgere una
manovra più agevole e di ottenere un solco di profondità e
larghezza costanti. • Bot. -
Radici a t.: radici fulcranti, in
parte aeree, che sostengono il fusto più o meno lontano dal terreno.
• Mar. - Ciascuna delle aste o puntelli, solitamente di tipo telescopico,
che si applicano (nel numero minimo di quattro) sul fasciame esterno di piccole
imbarcazioni da diporto, che navigano in zone caratterizzate da forti escursioni
di marea. L'impiego dei
t. è finalizzato a mantenere dritto lo
scafo quando rimane in secco e a evitare che la chiglia affondi oltre una certa
misura.