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Tràcia.

Regione storica della penisola balcanica, compresa attualmente nei territori di Turchia, Grecia e, in misura minore, Bulgaria. Bagnata a Est dal Mar Nero e a Sud dal Mar di Marmara e dall'Egeo, la T. si estende a Ovest fino al basso corso del fiume Mesta e a Nord-Ovest fino alle propaggini meridionali del massiccio del Rodope. La parte collinosa della regione è arida, mentre le pianure costiere, un tempo paludose, sono state bonificate e rese coltivabili. Il fiume Maritza divide la regione in T. occidentale e orientale. ║ T. occidentale o greca (8.578 kmq; 337.500 ab.): appartenente alla Grecia, comprende le province di Éuros, Rodope e Xanthe. Il territorio è collinoso nella parte settentrionale e pianeggiante in prossimità del mare, attraversato da numerosi corsi d'acqua che scendono dal Rodope. Diffusa la coltivazione del tabacco. Lo scalo più importante è Alessandropoli. ║ T. orientale o Turchia Europea (23.764 kmq; 6.021.600 ab.): appartenente alla Turchia, è assai più vasta della T. occidentale. È costituita prevalentemente da pianure coltivate a cereali (riso e cotone nel basso corso della Maritza). Lungo il Bosforo si hanno colture intensive. • St. - Il ritrovamento di manufatti in pietra e osso attesta una presenza umana in T. sin dal Paleolitico superiore. La produzione di ceramiche dipinte e la consuetudine di seppellire i morti in posizione rannicchiata caratterizzano la cultura delle popolazioni stanziate nella regione dal Neolitico alla prima fase dell'Età del Bronzo; tali popolazioni furono probabilmente soppiantate da altre genti di origine indoeuropea provenienti dal Settentrione, chiamate successivamente Traci. Nell'VIII sec. a.C. iniziò un'intensa colonizzazione greca delle coste meridionali della regione, mentre nel Settentrione era predominante l'influsso celtico e illirico. Sottomessa da Dario nel 492 a.C., dopo la sconfitta persiana la T. si ritrovò sotto il duplice controllo di Atene e, nella parte occidentale, dei Macedoni. In reazione a questo dominio, la popolazione indigena degli Odrisi riuscì a riunire la T. in un Regno che raggiunse un notevole grado di prosperità prima di essere conquistato da Filippo II di Macedonia (342-341 a.C.). Alla morte di Alessandro Magno la T. passò a Lisimaco, che ne divenne re nel 306 a.C. Nel III sec. a.C. la regione si trovò spartita tra Macedonia, Siria, Egitto e un superstite Regno odrisio e subì inoltre l'invasione dei Galli che vi costituirono un Regno. Nel corso del II sec. a.C. i Romani fecero della T. un protettorato, intervenendo a più riprese per sedare l'insofferenza delle dinastie autoctone, finché l'imperatore Claudio la trasformò in provincia romana (46 d.C.), affidandola a un procuratore imperiale; con Traiano venne poi sottomessa a un legato di rango pretorio residente a Perinto. La provincia andava dal Nesto al Ponto Eusino e, a Nord, oltre l'Emo, confinava con la Mesia. La T. fu per l'Impero un'area di reclutamento di eccellenti soldati e i Romani, a loro volta, dotarono la regione, importante zona di transito dall'Oriente all'Occidente, di un efficiente sistema viario e vi fondarono numerose colonie: Claudio fondò Aspri; Vespasiano Deultum e Flaviopoli; Traiano, dopo la conquista della Dacia, Plotinopoli, Marcianopoli, Traianopoli, Nicopoli all'Istro e al Nesto; Adriano fondò Adrianopoli. Con Diocleziano la T. fu divisa in quattro province, Tracia, Rodope, Emimonto ed Europa, alle quali si aggiunsero la Mesia Inferiore e la Scizia. Dal III al VI sec. si susseguirono nel territorio tracio le invasioni barbariche, arginate dall'Impero bizantino di cui la T. divenne tema nel VII sec. Conquistata dai Turchi nella seconda metà del XIV sec., la regione rimase interamente sotto il dominio ottomano fino al 1878, quando fu sancita l'autonomia della Rumelia Orientale, corrispondente alla T. settentrionale, incorporata nel 1885 nel territorio della Bulgaria. Alla fine delle guerre balcaniche (1913) la T. fu divisa tra Bulgaria (T. occidentale) e Turchia (T. orientale). Dopo la prima guerra mondiale, per il Trattato di Neuilly (1919) la T. occidentale passò quasi interamente dalla Bulgaria alla Grecia. La T. orientale, assegnata anch'essa alla Grecia (Trattato di Sèvres, 1920), fu dalla Conferenza di Losanna (1923) restituita alla Turchia. Durante la seconda guerra mondiale, la T. egea fu occupata dalla Bulgaria e poi restituita nel 1945. • Rel. - Dai resti cultuali (altari, iscrizioni, ecc.) di età ellenistico-romana si desume quanto la religione tracia dovesse agli influssi culturali greco e romano. Secondo Erodoto, il pantheon tracio comprendeva Ares, Artemis e Dioniso, le prime due divinità forse identificabili rispettivamente in Zeus e nella grande dea della terra Bendis, il cui culto orgiastico fu introdotto in Atene nel V sec. Il Dioniso tracio, presentato probabilmente come figlio di questa dea, era una grande divinità, collegata con la vegetazione e venerata dalle plebi. Erodoto cita anche un Hermes, forse una divinità solare, il cui culto era riservato all'aristocrazia guerriera dalle cui fila uscivano i re. Oltre alle quattro divinità menzionate con nome greco, Erodoto ricorda tra le divinità tracie Derzelas, divinità degli Inferi, Pleistoros e Salmoksis, nel cui nome si scopre la stessa radice di Semele, cioè una divinità collegata alla terra. Nel politeismo tracio è infine significativa la presenza del cosiddetto Cavaliere Tracio, rappresentato nella copiosa iconografia come divinità equestre e sovente tricefala, a simboleggiare forse l'onniveggenza. Il nome indigeno del dio è sconosciuto: nelle dediche dell'immagine è chiamato semplicemente theòs (con questo o quell'epiteto), oppure viene frequentemente associato ai nomi di diverse divinità (Apollo, Asclepio, Hermes). Si è perciò ipotizzato che si tratti di una divinità complessa, soggetta a un'ampia gamma di identificazioni. Inoltre, dato che l'associazione tra un dio solare e il cavallo è ampiamente attestata nelle religioni dei popoli indoeuropei, si è concluso che possa trattarsi di una divinità solare continuatrice in età romana dell'Hermes di Erodoto, il cui culto si sarebbe però esteso all'intera popolazione.