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Trovadòrico.

(der. di trovadore). Dei trovatori provenzali (V. PROVENZALE). • Lett. - La fioritura della poesia t. si verificò nei secc. XII e XIII grazie all'opera di più di 300 trovatori; i suoi temi di carattere essenzialmente amoroso trovarono favorevole accoglienza presso le corti italiane, spagnole e francesi, influenzando anche a livello linguistico le letterature volgari autoctone. Col XIV sec. la tradizione t. iniziò, però, il suo declino e solo in età romantica ricomparve per essa un certo interesse, che si concretizzò successivamente nella diffusione degli studi di filologia romanza. • Mus. - A dispetto del fatto che esistono notevoli differenze sul piano letterario tra trovatori provenzali e trovieri settentrionali, un unico linguaggio musicale accomuna le 264 melodie t. di cui si ha conoscenza agli oltre 2.000 componimenti troverici. L'origine della musica t. risale verosimilmente all'XI sec., allorché ebbe ampia diffusione il movimento culturale dei conventi limosini; questo spiega, tra l'altro, l'ispirazione religiosa di molte liriche e, più in generale, il tono spirituale che pervade i componimenti dell'amor cortese. Dalle litanie derivarono così le intonazioni della chanson de geste (che itinera un solo modulo melodico, con l'interpunzione di saltuari ritornelli strumentali), della lassa strofica della chanson de toile (con la frase melodica che comprende due versi e si ripete a ogni coppia di versi, concludendosi con un breve ritornello diverso), della routenge (in cui il ritornello viene cantato sul motivo che termina la melodia della strofa) e della chanson à refrain (caratterizzata da un ampio sviluppo del ritornello). Alla sequenza (in cui la melodia muta nel passaggio dall'una all'altra coppia di versi) rimandano, invece, il lai strofico o ridotto e la strumentale stampita, mentre all'inno (ove la melodia si svolge senza ripetizione) risalgono il vers e la canso senza ritornello. Dal rondò, infine, discendono il virelais (ritornello-stanza-ritornello), la ballata francese (ritornello su una melodia, stanza su un'altra) e il canone (canzone polifonica ritmata e a ballo vivace). La frase melodica di solito coincide con un singolo verso e due frasi costituiscono il periodo; l'intonazione è generalmente sillabica (fanno eccezione le canzoni d'amore, presso le quali non sono rari i gruppi), il senso tonale è in regime pluritonale e assomiglia al moderno maggiore-minore, la notazione non è mensurale.