(dal latino
trinitas, der. di
trinus: trino). Nella teologia cattolica, mistero riguardante la
costituzione di Dio in forza del quale vengono distinte tre diverse persone,
Padre, Figlio e Spirito Santo. ║ Per estens. - Le tre persone divine.
• Teol. - Il termine venne introdotto nella dottrina cristiana verso il
180 da Teofilo di Antiochia. L'unità e la distinzione delle tre persone
divine è, però, menzionata già in
Matteo 28, 19
(Gesù risorto che dice agli apostoli: “Andate, ammaestrate tutte le
genti e battezzate nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”)
e compare in tutta la sua chiarezza in
Giovanni (14, 16; 15, 26; 14, 26;
16; 7). Ulteriori riscontri si hanno negli
Atti degli Apostoli (20, 28),
ma soprattutto nei testi paolini; celebre, in questo senso, è la formula
trinitaria “la grazia del Signore Gesù Cristo e la carità di
Dio e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi”, che compare in
II Corinzi, 13, 13,
Efesini,
4, 4-6 e
I Pietro 1,
1-2). Il problema del rapporto tra le diverse persone costituenti la
T.
fu oggetto di un intenso dibattito teologico nei secc. II e III; emersero,
allora, Modalismo (V.) e Subordinazionismo
(V.) quali possibili soluzioni, anche se non
mancò chi, come Ario, negò l'esistenza della
T. Se il
Concilio di Nicea (325) definì una volta per tutte la questione dei
rapporti tra Padre e Figlio (fissando la formula: “Unigenito, nato dal
Padre ..., luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato, della stessa
sostanza del Padre”), fu il primo Concilio di Costantinopoli (381) a
sancire, contro la posizione dei macedoniani, la divinità dello Spirito
Santo e a stabilire la sua processione dal Padre. Oggetto di dibattito
divennero, quindi, le modalità della processione: se per il Figlio fu
stabilito che si trattava di una generazione di tipo intellettuale, più
complessa risultò la definizione di quella dello Spirito Santo, per
spiegare la quale fu adottata un'analogia psicologica (con la formula
per
modum amoris). La questione del principio della processione dello Spirito
Santo divise Latini e Greci: i primi sostennero che Esso procede dal Padre e dal
Figlio, mentre i secondi affermarono la processione solo dal Padre. Entrambe le
tradizioni teologiche mantennero, tuttavia, ferma l'idea che Dio poteva essere
al contempo uno e trino senza che ciò generasse contraddizione; a tale
scopo la speculazione teologica lavorò a lungo sulla categoria di
relazione, concludendo che le tre persone dovevano essere intese come
realtà puramente relazionali, vale a dire come tre sussistenze che
possiedono, ciascuna a modo suo, l'unica sostanza divina. ║
Domenica
della T.: festa che nella liturgia romana celebra il mistero della
T.
e che cade la domenica successiva alla Pentecoste. • Icon. - La
raffigurazione della
T., per la sua stessa essenza misterica, non poteva
che passare per una resa simbolica: in questo senso, fu in molti casi utilizzato
il triangolo (a volte inscritto in un cerchio), ma non di rado si ricorse a
lettere dell'alfabeto greco composte di tre lettere (Δ, Υ). In altre
occasioni furono scelte delle scene bibliche, come nel caso
dell'
Ospitalità di Abramo (Roma, chiesa di Santa Maria Maggiore),
con i tre angeli che giungono ad annunciare la maternità di Sara; in
altre ancora, si preferì la rappresentazione antropomorfa (figura umana
tricefala o con tre visi, tre figure umane di diversa età, due figure
umane di diversa età e una colomba). All'interno di questa tipologia,
piuttosto diffusa è la rappresentazione del Padre che sostiene il Figlio
sulla croce, con la colomba in mezzo (Masaccio, Firenze, Santa Maria
Novella).