Regione storico-geografica dell'Italia settentrionale,
corrispondente al territorio dell'attuale provincia di Trento. È compresa
tra l'Alto Adige a Nord (con cui forma la regione autonoma a statuto speciale
del Trentino-Alto Adige), il Veneto a Est e a Sud, la Lombardia a Ovest. •
Geogr. - Il territorio del
T. appartiene interamente alla regione alpina,
collocandosi nelle Alpi Retiche meridionali e nelle Dolomiti; il suo asse
è individuabile approssimativamente nella media valle dell'Adige e nelle
valli che confluiscono dal bacino del Sarca e da parte dei bacini del Chiese e
del Brenta. La regione è pressoché montuosa; oltre 2/3 del
territorio presenta quote superiori ai 1.000 m s/m. La massima elevazione
è raggiunta dal Cevedale (3.769 m), nel gruppo Ortles-Cevedale; tra i
principali “tremila” citiamo la Presanella (3.558 m), l'Adamello
(3.539 m) e il Carè Alto (3.462 m), nel gruppo Adamello-Presanella, la
Cima Tosa (3.173 m), nel gruppo del Brenta. La geomorfologia risulta complessa,
per l'intreccio di dorsali che si estendono in varie direzioni. Le uniche aree
pianeggianti sono costituite dalle fasce di fondovalle. La maggior parte delle
vallate si distingue per la caratteristica conformazione a U, dovuta all'azione
di scavo su di esse esercitata da antichi ghiacciai del Quaternario. La rete
idrografica è imperniata sull'Adige, con il Noce sulla riva destra,
l'Avisio, il Fèrsina e il Leno su quella sinistra; al territorio del
T. appartengono anche gli alti bacini del Brenta, del Chiese e del
Cismon. Assai numerosi (297) sono i laghi, largamente presenti, in particolare,
nella fascia compresa tra i 2.000 e i 2.300 m, anche se quelli più estesi
si collocano in aree non superiori ai 1.200 m; tra i più noti si
ricordano, oltre al Lago di Garda (appartenente al
T. nel suo settore
settentrionale), quelli di Caldonazzo, Cavedine, Cei, Ledro, Levico, Molveno,
Tenno, Terlago, Toblino, Tovel. Il clima è alpino nelle aree più
elevate, di transizione tra mediterraneo e continentale nella valle dell'Adige e
nelle valli che raggiungono quote poco elevate, mediterraneo nella regione del
Garda e nel basso bacino del Sarca. Il territorio del
T. è
ricoperto da boschi per metà della sua estensione, mentre un quarto
è destinato a pascoli. • Econ. - La prosperità economica del
T. è da ricercare in una serie di elementi favorevoli, quali
l'autonomia amministrativa (che riveste un ruolo fondamentale) la
modernità dell'apparato produttivo, la felice posizione geografica, che
agevola le relazioni con il mercato europeo, le competenze e le risorse
finanziarie. Importante è anche la sostanziale tranquillità
sociale, legata a una qualità della vita di elevato livello, assicurata
dall'efficienza dei servizi e delle infrastrutture e dal limitato tasso di
disoccupazione. L'agricoltura, concentrata nei fondovalle e sui pendii di
altitudine non superiore a 650 m, pur comprendendo soltanto il 4% della
popolazione attiva, e pur potendo contare su superfici scarse e frammentate (a
causa delle peculiari condizioni ambientali), presenta un'elevata
specializzazione e si avvale di avanzati sistemi di gestione; importante
è anche il ricorso a procedimenti biologici. Particolarmente diffuse sono
le coltivazioni del melo (Valli di Non e dell'Adige) e della vite (Valli
dell'Adige, di Cembra e Lagarina, basso Sarca), da cui trae origine la
produzione di vini pregiati. Si segnalano, poi, le colture foraggere e orticole.
L'allevamento bovino trova condizioni propizie negli alpeggi di ottima
qualità. Degni di nota sono l'allevamento delle trote e la distillazione
della grappa. L'industria, nella quale è inserito il 29% della
popolazione attiva (il terziario comprende, invece, il 67% degli occupati), si
è attestata su buoni livelli, grazie anche alla notevole
disponibilità di energia idroelettrica, dovuta alla grande ricchezza di
corsi d'acqua e di laghi. La maggiore concentrazione di attività
industriali si registra nell'alto Garda e lungo l'Adige; i principali settori
sono: meccanico, tessile, alimentare, della carta e plastica,
dell'abbigliamento, della chimica e della gomma. Vivace è anche
l'artigianato, articolato nel settore estrattivo del porfido (in Val di Cembra e
nell'alta Valsugana), in quello del marmo granulato (nella Valle Lagarina) e del
granito (nella Val di Genova), nonché nella lavorazione del ferro e del
legno. Una voce fondamentale nell'economia del
T. è rappresentata
dal turismo, che può contare su centri adeguatamente attrezzati; le aree
più rinomate sono le Valli di Fassa, di Fiemme, di Sole e Giudicarie,
l'alto Garda, il Primiero. • St. - Abitato dai Reti in età
preromana, il
T. fu completamente assoggettato dai Romani soltanto ai
tempi di Augusto, allorché Druso (15 a.C.) sottomise le valli dell'Adige
e dell'Isarco, fin oltre lo spartiacque. Il
T., nella divisione
amministrativa augustea, divenne parte della decima regione (
Venetia et
Histria) dell'Italia. Nel IV sec. d.C. la religione cristiana aveva
già conosciuto un'ampia diffusione nel territorio del
T. Dopo la
caduta dell'Impero romano d'Occidente, la regione fu conquistata dai Goti.
L'avvento del Regno longobardo (569) comportò la creazione del ducato di
Trento, cui furono attribuite funzioni difensive nei confronti di Bavari e
Franchi. Questi ultimi, entrati in possesso del
T. con Carlo Magno (774),
conservarono l'unità amministrativa della regione, creando la marca di
Trento, orientata verso l'area padana. Nell'830 il
T., insieme ad altri
centri veneti, divenne contea autonoma; nel secolo successivo (935) fu separato
dal Friuli e confluì nei possessi del vescovo di Trento. Grande
importanza derivò al
T. dalla nascita di nuovi Regni, in seguito
alla disgregazione dell'Impero carolingio, essendo la Valle dell'Adige la
più importante via di comunicazione tra l'Italia e la Germania. Nel 952
Ottone I sottrasse le marche di Verona e Trento al Regno d'Italia e le
assegnò al ducato di Carinzia, sancendo il passaggio del
T.
nell'ambito politico germanico; al potere imperiale fu garantito così il
controllo della via dell'Isarco e dell'Adige. Nel 1027 Corrado II il Salico
assegnò in feudo la regione al vescovo Ulderico II, costituendo in tal
modo il principato ecclesiastico di Trento, comprensivo del Tirolo, i cui conti,
tuttavia, furono riconosciuti dai vescovi come alti sovrani fino al 1363;
proprio dalle ambizioni dei conti del Tirolo dovettero guardarsi i vescovi,
sempre fedeli all'Impero, nel corso del Duecento. La graduale instaurazione di
un regime municipale e l'imperversare nella regione delle lotte tra la fazione
guelfa e la fazione ghibellina offrirono il destro a Federico II per assumere un
dominio assoluto, esercitato per mezzo di vicari imperiali, tra cui si distinse
per la sua efferatezza Ezzelino da Romano (che occupò la regione dal 1239
al 1255); egli, alleatosi con Alberto del Tirolo, operò in modo da
garantirgli il dominio sul territorio. Il potere dei vescovi fu spezzato da
Mainardo II, conte del Tirolo, che creò nel
T. un'amministrazione
secolare. Nel 1363, in seguito all'estinzione della discendenza maschile di
Mainardo II, il
T. e il Tirolo furono ceduti da Margherita Maultasch,
duchessa di Carinzia e contessa del Tirolo, a Rodolfo IV d'Asburgo. Nello stesso
1363, si compì la definitiva secolarizzazione del principato di Trento,
che conservò un'autorità puramente formale. Nel 1487 la Repubblica
di Venezia condusse senza successo un attacco per impadronirsi della regione.
Nel 1516 con la cessione da parte della Serenissima di alcuni territori (Ala,
Ampezzo, Avio, Brentonico, Mori, Rovereto), il territorio del principato fu
circondato da aree austriache. Il diffondersi della Riforma luterana presso i
contadini favorì le sollevazioni di questi ultimi, duramente represse
(1525). In seguito la regione conobbe un periodo di relativa tranquillità
sotto il governo di Bernardo Clesio (1514-39) e Cristoforo Madruzzo (1539-67);
il
T., inoltre, fu beneficato, sul piano dello sviluppo culturale e degli
scambi economici, dallo svolgimento del Concilio di Trento
(V. TRENTO, CONCILIO DI). In seguito all'accordo
di Spira (1571), inutilmente osteggiato dai contadini delle Giudicarie (che
difendevano antiche autonomie) con la cosiddetta “guerra delle noci”
(1579-80), il vescovado rimase appannaggio della famiglia Madruzzo fino al 1658;
agli inizi del Seicento, tuttavia, nella regione apparvero chiari segni di
decadenza economica e sociale, destinati ad accentuarsi con la guerra dei
Trent'anni. Il
T. ebbe un diretto coinvolgimento nella guerra di
Successione spagnola; gravi distruzioni le vennero inflitte, nel settembre 1703,
dalle truppe in ritirata di L.-J. Vendôme. Nel 1777, sotto il Regno di
Maria Teresa d'Austria, il vescovo Pietro Vigilio di Thun und Hohenstein cedette
al Tirolo il potere temporale. Nel 1796 i Francesi occuparono la regione e il
vescovo si vide costretto a rifugiarsi a Passau. In seguito al Trattato di
Campoformio (1797), la regione tornò sotto il dominio degli Austriaci e
fu affidata a una reggenza imperiale. Nel 1803 il
T. fu riunito al
Tirolo, nel 1806 passò alla Baviera e nel 1810 venne aggregato al Regno
Italico. Occupato nuovamente dalle milizie austriache alla fine del 1813, fu
incorporato al Tirolo nel 1816, e legato alla Confederazione germanica nel 1818.
Nel 1848-49 la regione prese parte alle lotte per l'unità nazionale. Nel
1885 fu costituita dai Trentini la società Pro Patria in contrasto con
l'azione del Governo austriaco finalizzata a privarli dei caratteri nazionali;
sciolta dalle autorità, la società rinacque con il nome di Lega
Nazionale. Dopo la conclusione della prima guerra mondiale, il Trattato di
Saint-Germain-en-Laye (1919) sancì l'annessione del
T. all'Italia,
unitamente all'Alto Adige, fino al displuvio alpino; il territorio si riuniva
nell'unica provincia di Trento, successivamente divisa (1927) nelle due province
di Trento e Bolzano. Dal 1943 al 1945 la regione diventò zona di
operazione delle Prealpi, sottoposta a un alto commissario tedesco. Con la L.
26-2-1948 venne costituita la regione autonoma a statuto speciale Trentino-Alto
Adige (V.). • Popol. - Dopo il trasferimento
(febbraio 1948) nel territorio della provincia di Bolzano dei 15 comuni
dell'antico mandamento di Egna, con maggioranza di lingua tedesca, il
T.
si presenta, nella sua interezza, come regione di lingua italiana; il confine
amministrativo con la provincia di Bolzano (Stretta di Salorno) si configura
anche come confine linguistico. Vi sono nondimeno nel territorio del
T.
minoranze di etnia tedesca (Mocheni della valle del Fèrsina, Cimbri di
Luserna) e ladina (nelle Valli di Fiemme e di Fassa). Negli anni Sessanta del XX
sec. si è verificata la progressiva concentrazione della popolazione nel
fondovalle dell'Adige; grande crescita hanno fatto registrare, in particolare, i
centri di Trento e Rovereto, a scapito delle aree più periferiche.