Che supera certi limiti, certe realtà.
║ Nel linguaggio corrente, molto complesso, difficile:
non è un
problema t. ║ Nella musica, estremamente virtuosistico:
tecnica
t. • Filos. - Termine tecnico adottato dalla Scolastica medioevale per
indicare le proprietà, dette appunto
t. (
trascendentalia),
che trascendono per universalità le diversità dei generi
aristotelici. Tommaso d'Aquino distingue sei concetti
t.: l'essere
(
ens) e le cinque proprietà che lo caratterizzano in quanto tale:
res,
aliquid,
unum,
verum,
bonum. Il
t. si attribuisce a tutti i suoi inferiori (specie e individui) sia in
ciò che essi hanno di comune sia in quanto hanno di proprio. Per esempio,
quando si afferma di Socrate che è un ente, vi si includono
implicitamente tutte le determinazioni proprie, compresa l'individualità,
di Socrate. Nella filosofia di Kant il termine assume un significato diverso
rispetto a quello tradizionale. Viene da Kant detta
t. la speculazione
sulle forme
a priori dell'intuizione sensibile (spazio e tempo) e sui
concetti
a priori con cui l'intelletto ordina e unifica il dato
molteplice ricavato dall'esperienza. Le forme e i concetti
a priori non
derivano dall'esperienza, ma sono costitutivi dell'esperienza stessa. Pertanto
il
t. non può sussistere come dato a sé, ma è solo
un'attività sintetica del pensiero e, in quanto tale, si contrappone a
empirico (che è derivato dall'esperienza) e a
trascendente
(che oltrepassa l'esperienza e non si ritrova in essa). In particolare, Kant
chiama principi
t. le leggi della conoscenza degli oggetti
dell'esperienza;
appercezione t. è l'autocoscienza la quale,
mentre condiziona e accompagna tutte le altre rappresentazioni, non può
essa stessa essere condizionata e accompagnata che da sé. Nelle
successive correnti filosofiche il concetto di
t. subì mutamenti
profondi (Fichte, Schelling). Nel pensiero contemporaneo viene generalmente
detto
t. ciò che appartiene al soggetto in quanto condiziona
l'oggetto, ossia la realtà.