Dispositivo elettronico a semiconduttori che
permette il controllo di un segnale elettrico in uscita da parte di un segnale
elettrico in ingresso. È costituito da un'opportuna disposizione di
regioni semiconduttrici diversamente drogate, di dimensioni ridottissime;
utilizzato principalmente per amplificare la potenza della corrente elettrica,
ha sostituito in quasi tutte le applicazioni i tubi termoelettronici, tranne nei
casi in cui siano richiesti valori di potenza o di frequenza particolarmente
elevati. Il materiale più utilizzato per la costruzione dei
t.
è il silicio, grazie al quale è possibile costruire circuiti
monolitici (
circuiti integrati) contenenti milioni di
t. La
struttura dei
t. varia a seconda degli impieghi cui sono destinati; i
più diffusi sono i
t. a giunzione o
bipolari o
BJT e
i
t. a effetto di campo o
FET. Nei primi l'amplificazione della
potenza della corrente elettrica è dovuta all'interazione di due
giunzioni
p-n strettamente ravvicinate, delle quali la prima è
polarizzata direttamente mentre la seconda è polarizzata inversamente;
nei secondi l'azione di amplificazione è affidata alla modulazione della
geometria di un canale conduttivo da parte di diversi dispositivi. Accanto ai
BJT e ai FET, basati su substrati di semiconduttore di un certo spessore, sono
stati sviluppati anche
t. basati su film sottili di semiconduttore con
struttura policristallina o amorfa, detti
TFT. Benché la
qualità elettronica dei film sottili di semiconduttore sia molto
inferiore a quella delle piastrine monocristalline di silicio, essi presentano
il vantaggio di poter essere realizzati su substrati isolanti di basso costo e
di notevole ampiezza; per questo motivo i TFT vengono utilizzati nei
visualizzatori di immagine a cristalli liquidi, in cui a ogni elemento dello
schermo (
pixel) corrisponde un
t. impiegato come interruttore. I
circuiti integrati sono costituiti da diversi tipi di componenti passivi, e
soprattutto da
t., che costituiscono gli elementi più facili da
integrare; i processi utilizzati per la realizzazione di circuiti integrati
possono essere utilizzati anche per la costruzione di singoli
t. Nella
realizzazione di tutti i tipi di
t. e di circuiti integrati si
riconoscono alcuni processi di base comuni. Il primo processo consiste nella
realizzazione per accrescimento di lingotti monocristallini di silicio, puri o
con drogaggio opportunamente dosato in vista dell'applicazione desiderata; da
essi vengono ricavate sottili piastrine, dello spessore di qualche millimetro,
dette
wafer, utilizzate poi per la realizzazione di numerosi
t. o
di più copie di un circuito integrato. Un secondo processo è il
cosiddetto
accrescimento epitassiale, che permette di depositare sottili
strati di materiale sul substrato, per ottenere le caratteristiche applicative
desiderate; tali caratteristiche dipendono anche dal tipo di drogaggio
effettuato nel substrato, che può essere ottenuto mediante diffusione o
impiantazione ionica. Il processo di trasferimento sul
wafer delle forme
geometriche necessarie per la realizzazione dei diversi tipi di
t. prende
il nome di
processo litografico; ad esso può seguire un attacco
chimico selettivo del
wafer, che consente l'eventuale asportazione di
opportuni strati. Infine, specialmente nella realizzazione di circuiti
integrati, sono da ricordare i
processi di metallizzazione, che
consentono di ottenere le connessioni fra i vari elementi circuitali. ║
T. bipolari:
t. nei quali la conduzione è affidata a
portatori di carica di entrambe le polarità. Sono costituiti da una
piastrina di materiale semiconduttore nella quale si succedono tre regioni
diversamente drogate, denominate
emettitore,
base e
collettore: a seconda del tipo di drogaggio di tali regioni, si parla di
t. n-p-n o
p-n-p. La struttura di un
t. bipolare si
richiama a quella di una coppia di diodi a giunzione contrapposti, ma il suo
comportamento è diverso: esso dipende, infatti, dall'interazione tra la
giunzione dell'emettitore e quella del collettore che, grazie alle ridottissime
dimensioni della base (qualche decimo di micrometro) sono fortemente
ravvicinate. In condizioni normali, la giunzione emettitore-base è
polarizzata direttamente, mentre la giunzione base-collettore è
polarizzata inversamente; grazie al tipo di drogaggio delle tre regioni, facendo
riferimento al
t. p-n-p, l'intensità della corrente di
collettore è dovuta alla contemporanea presenza del flusso di cariche
provenienti dall'emettitore e di quello relativo al solo circuito
base-collettore. In questa disposizione, detta disposizione circuitale con
base comune o
base a massa, il segnale di ingresso è
applicato all'emettitore e quello di uscita è prelevato dal collettore:
nonostante le due intensità di corrente siano dello stesso ordine di
grandezza, la notevole resistenza applicata al circuito di uscita consente
l'amplificazione di potenza desiderata. Più diffuse sono le disposizioni
circuitali con
emettitore comune, o
emettitore a massa, nelle
quali il segnale in ingresso è applicato alla base anziché
all'emettitore; esse consentono di ottenere un'amplificazione della corrente,
oltre a quella di potenza. Presentano tale vantaggio anche le disposizioni
circuitali con
collettore comune, o
collettore a massa, nelle
quali l'elettrodo di ingresso è la base e quello d'uscita è
l'emettitore. Dal punto di vista elettrico, il
t. è caratterizzato
da due funzioni che esprimono le relazioni esistenti tra l'intensità
della corrente di emettitore, l'intensità della corrente di base, la
tensione di base e la tensione di collettore (entrambe riferite all'emettitore);
tali funzioni sono generalmente fornite sotto forma di tabelle o di diagrammi,
detti
curve caratteristiche statiche. I
t. considerati fino ad ora
sono basati solo su un tipo di semiconduttore, e prendono per questo il nome di
t. bipolari a omogiunzione: in essi possono essere solo variati il
livello di drogaggio e le dimensioni delle varie parti costituenti, il che
riduce le prestazioni massime ottenibili mediante tali dispositivi. Questo
vincolo può essere superato mediante l'utilizzo di
t. bipolari a
eterogiunzione, contenenti, cioè, giunzioni
p-n tra diversi
semiconduttori. I
t. bipolari vengono utilizzati in elettronica
analogica, ad esempio per la realizzazione di amplificatori e di oscillatori, e
in elettronica digitale, ad esempio per costruire circuiti di commutazione; nel
campo dei circuiti integrati, trovano applicazione per ottenere elevate
velocità di commutazione. ║
T. a effetto di campo:
t.
nei quali la conduzione è affidata a un solo tipo di portatore di carica
elettrica. Sono costituiti da un semiconduttore estrinseco di forma opportuna,
la cui conducibilità tra due regioni periferiche appositamente costruite
può essere modificata mediante un elettrodo di controllo posto nella
regione centrale, il quale determina una strozzatura indicata con il nome di
canale; le due regioni periferiche prendono il nome di
sorgente e
pozzo, mentre l'elettrodo metallico è detto
gate o
porta. A seconda del drogaggio del semiconduttore (solitamente silicio)
si hanno due tipi di FET, i
FET a canale n e i
FET a canale p; a
seconda che l'elettrodo di controllo sia posto o meno a contatto con un'apposita
regione del semiconduttore avente drogaggio di tipo opposto al canale, anch'essa
detta
gate, si hanno i
FET a giunzione (
JFET) e i
FET a
porta isolata (
IGFET), tra i quali i più diffusi sono i
MOSFET. I FET a giunzione presentano una stretta analogia di
funzionamento con i tubi termoelettronici, in particolare con il triodo, per
quanto riguarda la conduzione, e con il pentodo, per quanto riguarda l'andamento
delle caratteristiche di uscita; grazie a un assorbimento estremamente ridotto
della corrente in ingresso, dal punto di vista elettrico i JFET sono
caratterizzati da tre sole grandezze, la tensione di pozzo, la tensione di
gate e l'intensità della corrente di
gate. Nei FET
a
porta isolata, l'elettrodo di
gate controlla la concentrazione efficace
dei portatori di carica elettrica nel canale di conduzione tra sorgente e pozzo,
a differenza dei JFET, nei quali esso controlla la dimensione efficace del
canale. Tale controllo avviene mediante un fenomeno di induzione elettrostatica
tra l'elettrodo e la superficie di semiconduttore sottostante, separati da un
sottile strato isolante; nei MOSFET, in particolare, il semiconduttore
utilizzato è il silicio e l'isolante è costituito dal suo ossido.
Il MOSFET è il tipo di
t. più diffuso per l'elettronica
integrata su larghissima scala, grazie alla sua stabilità e
affidabilità, all'elevatissima impedenza di ingresso, al ridotto consumo
di energia elettrica e alla sua estrema facilità di miniaturizzazione.
║
T. di potenza: dispositivi concettualmente appartenenti alla
famiglia dei
t., dai quali si differenziano per una configurazione che li
rende adatti all'impiego come
interruttori a semiconduttore nei
convertitori statici di potenza per la conversione dell'energia elettrica. Come
i
t. utilizzati nei circuiti elettronici, i
t. di potenza possono
essere del tipo
a giunzione, indicati come
BJT di potenza, o del
tipo
a effetto di campo, tra i quali i più diffusi sono i
MOSFET di potenza e gli
IGBT. I
t. di potenza sono
generalmente impiegati nei convertitori statici come elementi di commutazione;
sia la commutazione del
t. dalla condizione di interdizione (
stato
di off) a quella di conduzione (
stato di on), detta
accensione, sia la commutazione inversa, detta
spegnimento,
avvengono mediante l'invio di un segnale opportuno all'elettrodo di comando,
attraverso un circuito elettrico, detto
circuito di pilotaggio. I
t. di potenza con commutazioni periodiche sono caratterizzati dalla
frequenza di commutazione, grandezza definita come l'inverso del periodo
di tempo intercorrente tra due commutazioni di accensione del dispositivo. Tale
funzionamento comporta una notevole dissipazione di potenza, detta
potenza
perduta in commutazione, che si aggiunge a quella dissipata nel passaggio di
corrente durante la conduzione (
potenza perduta in conduzione); la
potenza perduta in commutazione è proporzionale ai tempi di accensione e
di spegnimento del
t., e cresce linearmente con la frequenza di
commutazione, il che limita notevolmente il campo di frequenze utilizzabili. La
scelta della frequenza è condizionata anche dalla necessità di
mantenere entro certi limiti la temperatura massima raggiunta dal
chip
durante il funzionamento. Si può dire che, generalmente, i
t. di
potenza presentano frequenze di commutazione che vanno da alcuni kHz a decine di
kHz. I
t. di potenza sono il principale componente di quasi tutti i
convertitori statici di potenza che trovano impiego nelle applicazioni
elettriche. ║
T. bipolari di potenza: interruttori a semiconduttore
nei quali le commutazioni di accensione e di spegnimento sono comandate
alimentando la base con una corrente opportuna. Lo spegnimento è ottenuto
mediante una corrente di base negativa, che può essere rimossa appena
viene raggiunto lo stato di
off; il funzionamento nello stato di
on, invece, richiede il mantenimento di una corrente di base positiva,
che determina un consumo di potenza da parte del circuito di pilotaggio non
trascurabile. A differenza degli analoghi
t. utilizzati nell'elettronica
di segnale, i BJT di potenza sono caratterizzati dalla presenza di uno strato
n-, che costituisce parte del collettore. ║
T. a
effetto di campo di potenza:
t. di potenza utilizzati in convertitori
statici nel campo da poche decine di VA fino a qualche kVA. A differenza dei BJT
di potenza, essi presentano il vantaggio di un bassissimo consumo di potenza del
circuito di pilotaggio e da tempi di commutazione molto ridotti. La
necessità di compendiare in un unico dispositivo di potenza a
semiconduttore i pregi dei
t. bipolari e quelli dei MOSFET ha portato, a
partire dalla fine degli anni Ottanta, alla realizzazione dei
t. IGBT. La
struttura del
chip di un IGBT è simile a quella di un MOSFET,
rispetto al quale presenta, tuttavia, una minore perdita di conduzione e un
tempo di spegnimento leggermente maggiore. Essi trovano utilizzo nel campo delle
decine di kVA, ma i rapidi progressi della tecnologia di tali dispositivi
permette di prevedere la realizzazione di IGBT per correnti dell'ordine di
diverse migliaia di A e per tensioni dell'ordine di 3.000 V.