Stats Tweet

Transilvània.

Regione naturale e storica (62.000 kmq; 5.000.000 ab.) della Romania. È delimitata a Nord, Est e Sud dai rilievi carpatici e a Ovest dai Monti Bihor, che la dividono dal Bassopiano Ungherese. Città principali: Cluj Napoca, Braşov, Sibiu e Tîrgu Mureş. La popolazione è in maggioranza romena, con le due consistenti minoranze ungherese e tedesca. • Geogr. - La T. è un'area collinosa (l'altezza media è di circa 400 m), solcata da corsi d'acqua che confluiscono direttamente (Olt) o indirettamente (Mureş, Criş e altri) nel Danubio. Il clima è temperato continentale. • Econ. - L'economia è fondata sull'agricoltura (cereali, barbabietola); nei maggiori centri urbani sono presenti industrie metalmeccaniche, tessili, chimiche. • St. - Assoggettata all'Impero romano all'inizio del II sec., sotto Traiano, la regione costituì, con il resto della Dacia, un'unica grande provincia romena. Successivamente, sotto Adriano, fu elevata a provincia autonoma col nome di Dacia Superiore, a sua volta poi suddivisa in Dacia Apulensis e Dacia Porolissensis (il nome latino di T. cominciò a comparire nel XII sec.). Nel 270 la regione fu occupata dai Goti dopo essere stata abbandonata dai Romani. Nei decenni successivi subì numerose invasioni da parte di Vandali, Unni e Gepidi. Gli Avari riuscirono a instaurare in T. un Regno che durò sino alla fine del IX sec., quando i Magiari si impadronirono della regione. Uno dei risultati delle invasioni barbariche fu un radicale cambiamento della struttura etnica del Paese, con i Daci romanizzati soppiantati dai popoli di origine germanica e slava. Pur entrando a far parte del Regno d'Ungheria (1003), la T. conservò una certa autonomia sotto l'autorità di un voivoda, legato da obblighi feudali al re magiaro. Nei secc. XI-XII la popolazione andò componendosi in tre grandi gruppi etnici: Daci, cioè popolazioni romene autoctone, Székely (probabilmente di origine magiara) e Sassoni, provenienti dalle regioni germaniche dalle quali essi continuarono ad arrivare, a ondate successive, fino al XIX sec. Nel 1224 i Sassoni, con il Privilegium Andreanum (che fa parte della Bolla d'oro), ottennero dal re Andrea II un'ampia autonomia territoriale, politica e religiosa. Sassoni, Székely e i nobili magiari costituirono così le tre “Nazioni” transilvane, dominanti sui Valacchi che costituivano la grande maggioranza della popolazione agricola. Contro il malcontento dei Valacchi e contro il pericolo di invasioni turche, le tre “Nazioni” strinsero tra loro un patto di alleanza, noto come Unione di Kápolna (1437). Nel XVI sec., i voivodi che governavano la T. riuscirono ad allentare progressivamente il vincolo di vassallaggio con gli Asburgo, eredi della Corona ungherese, al punto da fare della regione un principato di fatto indipendente (1570), di volta in volta alleato con l'Impero o con la Turchia. Fu tra l'altro riconosciuta alla T. una inusitata libertà religiosa, che incluse per lungo tempo anche diverse correnti antitrinitarie. L'indipendenza non durò tuttavia a lungo poiché, cedendo alla pressione dell'Impero ottomano, il principato di T. fu conferito a Mihaly Apaffy (1661), una creatura del sultano che vi regnò come suo vassallo. La sconfitta turca sotto le mura di Vienna nel 1683 comportò il ritorno della T. sotto il dominio asburgico. L'imperatore riconfermò nel 1691 alle tre “Nazioni” transilvane gli antichi privilegi, che furono aboliti solo nella seconda metà del XVIII sec. da Giuseppe II. Il movimento nazionalista valacco divenne, nel XIX sec., sempre più vivace, manifestandosi nel 1848 con il rifiuto di aderire al progetto dei nazionalisti ungheresi di costituire una “Grande Ungheria”, comprendente anche la T. La creazione del Regno d'Ungheria seguita alla conclusione del conflitto magiaro-tedesco (1867) acuì il processo di magiarizzazione della popolazione romena della T. Tale situazione perdurò fino al 1918 quando, con la dissoluzione dell'Impero asburgico, la T. si unì al Regno di Romania. Con il nuovo assetto politico-amministrativo non si attenuarono tuttavia gli attriti con le forti minoranze magiare e tedesche, cui le deboli istituzioni parlamentari della Romania non seppero dare risposte adeguate. Incapace di opporsi al predominio nazista, il Governo romeno permise che, con l'arbitrato di Vienna (1940), la T. settentrionale fosse restituita all'Ungheria, che la conservò solo fino al termine della guerra; con il Trattato di Parigi del 1947 la T. fu infine riunificata sotto la sovranità della Romania.