Gen. - Di
organismo animale o vegetale il cui patrimonio genetico sia stato
artificialmente alterato mediante l'introduzione di geni estranei
(
transgeni), provenienti dalla medesima o da altre specie, che diventano
parte integrante del genoma e come tali vengono trasmessi alla progenie. I geni
estranei vengono introdotti con le tecniche del DNA ricombinante messe a
disposizione in tempi recenti dall'ingegneria genetica e trasferiti mediante
elettroporazione, microiniezione, transfezione o in altro modo.
L'
elettroporazione è una tecnica per il trasferimento diretto dei
geni all'interno di cellule procariote ed eucariote attraverso pori prodotti
nella membrana di queste ultime per mezzo di impulsi di corrente elettrica ad
alto voltaggio. La
microiniezione è una particolare tecnica di
inoculazione nelle cellule viventi di geni o anche di microscopiche
quantità di proteine o di altro materiale attuata mediante opportune
strumentazioni. La
transfezione si basa sulla trasformazione dei batteri
mediante DNA fagico e, più in generale, sull'assunzione di DNA eterologo
da parte di cellule eucariotiche in coltura. Tutte queste tecniche di
manipolazione e di introduzione dei geni, che vedono impegnati virus, batteri,
lieviti o colture di cellule eucariote, trovano applicazione in svariati settori
tra cui la ricerca di base, finalizzata alla conoscenza della funzione di geni
ancora sconosciuti, l'immunologia, volta alla produzione di ceppi batterici e
virali mutati utilizzati nell'allestimento di vaccini vivi e attenuati o nella
sintesi di specifiche sostanze quali ormoni, enzimi, antibiotici, o ancora nella
cura di malattie genetiche (terapia genica), nonché, limitatamente alle
specie di organismi superiori, le scienze agrarie e la zootecnia per la
produzione di specie animali o vegetali più idonee a raggiungere
determinati scopi o dotate di specifiche caratteristiche e di prestazioni
superiori. L'applicazione delle biotecnologie e delle tecniche del DNA
ricombinante in agricoltura ha permesso di elaborare specie più
resistenti alle malattie, all'attacco dei parassiti, agli erbicidi, e piante con
tempi di maturazione più brevi, maggior resistenza agli agenti
atmosferici e alla degenerazione o con caratteristiche organolettiche più
gradevoli (frumento, riso, soia, patate, pomodori, ecc.). In alcuni Stati, come
ad esempio gli Stati Uniti, i prodotti geneticamente modificati (gli alimenti in
particolare, ma anche le sementi, i prodotti agricoli di base, ecc.) immessi sul
mercato devono essere riconoscibili, in modo che l'acquirente sia informato
circa l'origine del prodotto. In Italia e nei Paesi europei si sta provvedendo a
mettere a punto una normativa che regoli questa complessa materia. A questo
proposito il 29 gennaio 2000, durante una conferenza sui cibi
t. tenutasi
a Montreal, a cui parteciparono i delegati di oltre 130 Paesi, venne adottato un
“protocollo sulla biosicurezza” che pone sotto stretta sorveglianza
tutti gli scambi di organismi geneticamente modificati (OGM), dalle sementi ai
prodotti agricoli destinati all'alimentazione umana e animale e a usi
agro-alimentari. Nel corso di una riunione tenutasi a Bruxelles il 25 luglio
2001, la Commissione europea propose un importante pacchetto legislativo sugli
OGM che stabilisce un sistema comunitario per etichettare gli alimenti e mangimi
derivati da organismi geneticamente modificati e per regolare il loro
posizionamento sul mercato. La riunione ha avuto lo scopo di tracciare delle
linee guida e definire degli obiettivi che verranno perseguiti tramite
l'emanazione di nuove norme da qui al 2003.