Gen. - Termine coniato da E. Hadorn nel
1968 per indicare il cambiamento del destino dei dischi imaginali di
Drosophyla melanogaster osservato in alcuni casi durante lo sviluppo di
questi dischi in coltura. Nell'embrione i dischi imaginali sono costituiti da un
piccolo numero di cellule (da 8 a 40 cellule fondatrici per ciascun disco)
programmate per formare parti specifiche dell'individuo adulto. Servendosi delle
tecniche di coltura nell'adulto e di impianto nell'ospite larvale, Hadorn e i
suoi collaboratori studiarono in modo approfondito i meccanismi di controllo
genico dello sviluppo dei dischi imaginali e dimostrarono che lo schema di
sviluppo di un disco può essere conservato anche dopo la sua rimozione
dalla larva e il successivo trapianto in un altro adulto (ove cresce dando altre
cellule ma non si differenzia) e in una larva (nella quale invece si sviluppa
seguendo il suo destino predeterminato). Nel corso dei trapianti sequenziali di
un disco (o di un suo frammento), Hadorn ebbe modo di constatare che si
verificavano di tanto in tanto dei cambiamenti nella determinazione del disco,
per cui da quest'ultimo si sviluppava una struttura diversa da quella attesa.
Egli inoltre osservò che tali cambiamenti non erano mai casuali: un disco
genitale, per esempio, poteva dare origine a zampe o antenne, ma mai
direttamente a occhi o ad altre parti del corpo dell'adulto. Venne infine
dimostrato che la
t. non era sempre un fenomeno reciproco: il disco
genitale si poteva trasformare in zampa o antenna, ma non accadeva mai il
contrario. Alla luce di queste osservazioni è stato quindi supposto che
la
t., come le mutazioni omeotiche, sia controllata da una serie di
interruttori in stati alternativi stabili, regolati da fattori sia genetici sia
ambientali.