Veicolo destinato al trasporto pubblico di passeggeri
sulle tranvie. ║
Perdere il t.: arrivare in ritardo rispetto al
passaggio di una corsa del
t. alla fermata. ║ Fig. -
Perdere il
t.: perdere una buona occasione. • Encicl. - Inizialmente i
t.,
formati da un telaio che sosteneva una carrozzeria di legno, erano a trazione
animale; successivamente vennero adottate strutture in metallo e furono
costruiti, come soluzione più razionale, complessi unici costituiti dalla
cassa e dal telaio. I primi
t. elettrici, a due assi, erano azionati da
due motori a corrente continua; questi potevano essere disposti in serie o in
parallelo, consentendo in tal modo una regolazione della velocità. In
seguito i
t. furono dotati di quattro motori, accoppiati in modo
permanente a due a due e raggruppati su due carrelli. Di quattro motori
dispongono in genere anche le
carrozze articolate, formate da due casse e
tre carrelli, uno dei quali comune alle due casse. La tendenza attuale è
di unire più casse normali (la cui lunghezza è di circa 10 cm),
interponendo casse più piccole, che possono essere fornite di carrelli
portanti a uno o a due assi, raggiungendo lunghezze totali superiori ai 30 m. Le
carrozze tranviarie presentano in genere una larghezza compresa tra i 2,30 e i
2,70 m. Per risolvere il problema della trasmissione del moto dai motori agli
assi fu adottata, sin dagli inizi, la sospensione detta
tipo t., grazie
alla quale era possibile mantenere il motore sufficientemente molleggiato. In
tempi successivi si ottenne la sospensione totale del motore attraverso diverse
soluzioni, tra cui quella moderna basata sui motori trasversali e trasmissione
per mezzo del riduttore. Le potenze installate sono progressivamente aumentate,
in modo da incrementare, più che la velocità massima,
l'accelerazione media nel corso della fase di avviamento. Per realizzare la
frenatura si sono utilizzati mezzi pneumatici coadiuvati dalla frenatura
elettrica, tanto di tipo reostatico quanto rigenerativa. A integrazione dei
freni elettrici e magnetici vengono impiegati di norma, come freni di emergenza
(in questi casi viene rilasciata anche della sabbia per aumentare l'attrito),
freni elettromagnetici a pattini che agiscono direttamente sulle rotaie e
consentono decelerazioni molto elevate. Nei
t. moderni, a sostanziale
parità di dimensioni di ingombro trasversale, si registrano alcune
novità rispetto ai convogli di precedente costruzione, quali la potenza
superiore ai 100 kW per motore, il passaggio dalla regolazione reostatica a
quella elettronica, la semplificazione delle operazioni sullo scambio, il
ricorso a una sospensione secondaria pneumatica con autolivellamento (in
aggiunta alla sospensione primaria con molle di gomma). Sta diventando, inoltre,
generale la realizzazione di pavimenti ribassati in corrispondenza delle porte o
lungo tutta la vettura, allo scopo di agevolare ai passeggeri la salita e la
discesa. L'ossatura dei
t. è metallica ed è formata da
diversi laminati saldati. Le porte, di norma automatiche, sono
a
libro, sono formate, cioè, da elementi ripiegabili; un dispositivo
di sicurezza pneumatico impedisce che il
t. si possa avviare a porte
aperte. L'equipaggiamento elettrico del
t. comprende, oltre ai motori
elettrici a corrente continua e agli apparecchi elettrici per l'avviamento, la
regolazione di velocità e la frenatura, anche il dispositivo della presa
di corrente (quest'ultima, nei
t. più moderni, che assorbono
correnti intense, è sovente del tipo a telaio o a pantografo con
strisciante
a scarpa).