Tecn. - Operazione con cui si riduce la sezione dei
manufatti metallici, mediante deformazione plastica, praticata di norma a
freddo. Questo tipo di lavorazione si esegue facendo passare il materiale, per
mezzo di un'adeguata azione di trazione, attraverso un foro calibrato a tronco
di cono, convergente nella direzione di avanzamento. Si ricorre largamente alla
t. per produrre barre profilate, tubi, tondi e fili metallici
caratterizzati da ottima finitura superficiale e alta precisione dimensionale.
Nella
t. di fili metallici, il manufatto (
vergella o
bordione) viene prima sottoposto a un'operazione di decapaggio, allo
scopo di eliminare il lieve strato di ossido presente in superficie. Altri
trattamenti, di carattere termico, riservati ai fili di acciaio sono quelli di
patentamento, per accrescerne la duttilità, di ottonatura, allo scopo di
salvaguardarli dall'ossidazione, di ricottura, onde eliminare l'incrudimento
dovuto a precedenti lavorazioni per deformazione plastica. Attraverso la
t. è possibile ottenere fili di diametro molto ridotto, anche
inferiore a 0,02 mm. In questa lavorazione vengono utilizzati utensili chiamati
filiere o
trafile; essi sono formati da anelli che presentano un
foro con un tratto conico nella parte iniziale (laddove viene effettuata la
riduzione di diametro), e un tratto cilindrico di calibratura, che garantisce le
tolleranze dimensionali prescritte per il trafilato. Nell'esecuzione della
t. lo
sforzo di t. non deve superare la tensione di rottura del
filo. Importante nella lavorazione è anche la lubrificazione, eseguita al
fine di ridurre le resistenze causate dall'attrito nel contatto tra filo e
filiere. Il termine
t. è impiegato impropriamente anche nella
lavorazione delle materie plastiche, nella fabbricazione della gomma e nella
foggiatura dei prodotti ceramici.