Denominazione moderna delle lingue antiche
parlate in Tracia e in Frigia, ritenute appartenenti allo stesso ceppo
linguistico in quanto, secondo le notizie tramandateci da Erodoto, i Frigi erano
emigrati verso il 1200 a.C. in Asia Minore dalla penisola balcanica. Il
più importante documento del
tracio è costituito da
un'iscrizione, di difficile interpretazione, incisa in caratteri ionici su un
anello d'oro trovato in un tumulo presso l'antica Filippopoli (nell'attuale
Bulgaria). Il tracio sarebbe una lingua indoeuropea parlata, con qualche
varietà dialettale, anche più a Nord dai Geti e dai Daci. Negli
ultimi tempi sono state svolte numerose ricerche al fine di individuare la
componente tracia nel protoalbanese e, come lontano sostrato, nel romeno. La
conoscenza del
frigio è, viceversa, più ampia grazie alle
numerose iscrizioni suddivise, a seconda dell'epoca di appartenenza, in
paleofrigie (celebre l'iscrizione del re Mida) e
neofrigie,
risalenti al II sec., consistenti per lo più in formule di maledizione
contro profanatori di tombe, aggiunte a iscrizioni tombali greche.