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Trachìnie.

Titolo di una delle ultime tragedie di Sofocle, di certo posteriore all'Eracle di Euripide, che trae il nome dalle fanciulle di Trachis, nella Malide, che compongono il coro. Ispirata al mito di Eracle e costruita intorno a due personaggi, Eracle, appunto, e la moglie Deianira, la tragedia ha per soggetto i due episodi finali della vita dell'eroe. Nel primo si consuma il dramma di Deianira che, per riconquistare l'amore e la fedeltà del marito, infatuatosi della giovane Iole, gli manda in dono la fatale camicia di Nesso (V.). Quando scopre di avergli inviato, invece di un filtro innocuo, un terribile strumento di morte, corre a uccidersi. Nel secondo episodio si svolge il dramma della morte di Eracle: l'eroe, ormai in fin di vita, si fa portare in barella dal figlio Illo sul Monte Eta, dove sarà posto su una pira e dalle fiamme ascenderà all'Olimpo. Nella rappresentazione di Eracle, tipico eroe sofocleo che anche nell'atroce sofferenza dell'immeritata fine conserva la sua dignità e la sua magnanimità, e in quella di Deianira, conscia di non poter competere con la freschezza della giovane Iole, è racchiusa tutta la potenza drammatica della tragedia.