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Trachèa.

Anat. umana - Nell'uomo, come in tutti i vertebrati tetrapodi, organo respiratorio impari mediano, intercalato tra la laringe e i bronchi principali. Si tratta di un canale elastico, di forma cilindrica, lievemente appiattito nella parte posteriore, situato davanti all'esofago. La t. si estende dal livello della sesta vertebra cervicale a quello corrispondente alla quinta vertebra toracica ed è sorretta da 16-20 anelli cartilaginei, incompleti sul lato dorsale, le cui estremità libere sono unite da tessuto connettivo elastico, fibroso e da muscolatura liscia. Internamente, il lume è tappezzato da una sottile tunica mucosa ricca di elementi linfoidi, composta da un epitelio pseudostratificato di origine endodermica ricco di cellule ciliate e di cellule caliciformi mucipare. Procedendo verso l'esterno, la parete del canale tracheale comprende una tunica sottomucosa di connettivo lasso e fibroso, ricca di ghiandole sierose, e fascetti di muscolatura liscia. La t. è irrorata da una rete anastomotica di arteriole provenienti dalle arterie tiroidee ed è percorsa da vene, derivanti dalle vene esofagee e tiroidee, che raccolgono il sangue refluo. L'innervazione è assicurata da ramificazioni provenienti dal ganglio stellato e dai nervi ricorrenti del vago. • Patol. - Tra le patologie più diffuse della t. si ricordano le varie forme infiammatorie (tracheiti), le malformazioni acquisite provocate solitamente da compressioni, esercitate da neoplasie, o da tumefazioni a carico degli organi limitrofi. • Anat. comp. - Nei vertebrati tetrapodi, organo respiratorio impari mediano che inizia all'estremità inferiore della laringe e termina con la ramificazione dei due bronchi principali. Embriologicamente e istologicamente simile a quella dell'uomo, la t. ha lunghezza variabile a seconda dell'esistenza o meno di una regione distinta del collo ed è sempre dotata di rinforzi cartilaginei. Procedendo lungo la scala evolutiva, da semplici noduli cartilaginei questi rinforzi si trasformano in anelli più o meno completi e sempre più forti. Solitamente assai breve negli anfibi anuri, nei serpenti la t. sbocca nella porzione anteriore del pavimento boccale, consentendo la respirazione anche quando la gola rimane chiusa dal corpo della preda. Negli uccelli è talvolta più lunga del collo e descrive alcune anse nello spessore della carena sternale (come accade nei cigni) o tra sterno e muscoli (come nel gallo cedrone). Diversamente da quanto accade nei mammiferi, è sostenuta da anelli cartilaginei completamente chiusi. Negli uccelli è coinvolta nella formazione della siringe, organo di fonazione solitamente localizzato in corrispondenza della biforcazione della t. nei grossi bronchi oppure, anche se più raramente, più in basso all'altezza dei bronchi principali o di uno di essi. In alcuni gruppi di invertebrati a respirazione aerea e in particolare negli artropodi (insetti, aracnidi, miriapodi, chilopodi, onicofori), ciascuno dei condotti, di norma altamente ramificati, che dall'esterno si insinuano negli organi e nei tessuti interni portando l'aria direttamente alle cellule e garantendo il ricambio respiratorio. Le t., embriologicamente originatesi come invaginazioni del tegumento, sono infatti rivestite internamente da una membrana chitinosa (intima tracheale) e sono mantenute pervie da un ispessimento a elica dello stesso epitelio. Sboccano all'esterno mediante minute aperture, dette stigmi, situate a paia in corrispondenza di alcuni segmenti toracici e addominali, e si prolungano internamente suddividendosi in sottilissimi ramificazioni (tracheole) che raggiungono gli interstizi fra le cellule o addirittura l'interno di queste ultime. Disposte a ciuffi indipendenti nei gruppi più primitivi di artropodi, le t. sono ramificate e costituiscono una rete tracheale continua in quelli più evoluti, in alcuni dei quali (insetti) formano addirittura dei sacchi aerei. • Bot. - Vaso deputato alla conduzione della linfa. La t. è costituita da numerosissimi elementi tracheali sovrapposti di forma cilindrica, che comunicano gli uni con gli altri mediante perforazioni presenti all'estremità di ciascun elemento. Le pareti longitudinali di tali vasi sono più o meno fortemente lignificate e presentano degli ispessimenti ad anello, a spirale, a reticolo. Presenti in quasi tutte le angiosperme, in alcune gimnosperme e in pochissime pteridofite, le t. possono essere lunghe da parecchi centimetri ad alcuni metri (come nelle liane) e avere un diametro di 0,2-0,7 mm. Per la loro caratteristica di rimanere costantemente pervie, le t. sono dette anche vasi aperti o vasi perfetti, in contrapposizione alle meno evolute tracheidi.