Patol. - Malattia infettiva dell'uomo causata da
Toxoplasma gondii, un protozoo che ha come ospite definitivo il gatto e
come ospiti intermedi molti animali domestici e selvatici quali roditori,
uccelli, bovini, suini e ovini. Viene contratta o per ingestione di oocisti del
protozoo (estremamente resistenti all'ambiente), in seguito al contatto con
oggetti o col terreno contaminati con gli escrementi infetti del gatto, o per
ingestione di frutta e verdure crude non sufficientemente lavate o di carni
crude o non sufficientemente cotte nelle quali sono presenti i trofozoiti. In
questi casi l'infezione decorre generalmente in maniera asintomatica e senza
conseguenze, o tutt'al più con sintomi lievi circoscritti al sistema
linfoghiandolare. Negli individui immunocompromessi, tuttavia, l'infezione
può causare complicazioni importanti a carico del sistema nervoso
centrale (meningoencefalite, paresi, crisi convulsive, retinocoroidite),
dell'apparato respiratorio (polmoniti atipiche), del miocardio (miocardite) e
del fegato (epatite). La malattia diventa particolarmente grave se viene
contratta durante il primo trimestre di gravidanza, in quanto provoca sul feto
gravi danni cerebrali (idrocefalia, microcefalia, ritardo mentale,
cecità, convulsioni, disturbi psicomotori) e malformazioni a carico
dell'apparato gastroenterico (epatosplenomegalia), del fegato, dei reni e del
cuore (calcificazioni endocardiche) con esito talvolta fatale. In questo caso
l'infezione, congenita, viene contratta dal feto in seguito al passaggio
transplacentare dalla madre infetta dei trofozoiti del toxoplasma. Il
trattamento di questa malattia è farmacologico e si basa sulla
somministrazione di pirimetamina associata a sulfadiazina, o sulfamidici tripli
e acido folinico. Fondamentale, soprattutto in gravidanza, risulta la
prevenzione che si basa su un'attenta cottura delle carni, sull'accurato
lavaggio della frutta e delle verdure crude, sull'astensione dal contatto con
animali infetti. Di notevole importanza sono alcuni semplici esami di
laboratorio (immunofluorescenza IgM e IgG, emoagglutinazione, ELISA e fissazione
del complemento) che consentono di stabilire se la malattia è presente,
recente o antica e se è stata superata. • Veter. - La
t.
colpisce anche svariati animali domestici, quali il cane, il coniglio, il pollo,
la pecora, il maiale, i ruminanti, e selvatici, come la lepre, lo scoiattolo, il
ratto, il topo e molti uccelli, che rappresentano tutti dei potenziali ospiti
intermedi. In questi animali l'infezione si sviluppa in forma di pseudocisti,
che si annidano nei muscoli, nel cervello e nell'occhio e avviene con le stesse
modalità dell'uomo; ha un decorso asintomatico e solo raramente si
manifesta mediante una grave sintomatologia viscerale o nervosa.