(dal latino
taurus: toro). Maschio adulto dei
bovini (V. BOVINI), non castrato e utilizzato
nella riproduzione. ║ Fig. -
Essere un t.: espressione usata per
indicare una persona molto robusta e di notevole forza fisica. ║ Fig. -
Prendere il t. per le corna: affrontare in maniera decisa e determinata
una situazione difficile. ║ Fig. -
Tagliare la testa al t.:
risolvere decisamente, troncare nettamente una questione. ║ Nel linguaggio
della borsa, traduzione dell'inglese
bull: rialzista. • Zool. - Nel
t. sembrano perpetuarsi le caratteristiche di selvatichezza dell'uro
(
Bos primigenius), progenitore dei bovini domestici, incoraggiate anche
dall'uomo in prospettiva dei combattimenti, delle corse e delle corride. Il
t. viene destinato alla riproduzione dall'età di 12-14 mesi fino
ai 10-12 anni. L'esemplare deve rispondere a determinate caratteristiche come
alta genealogia, perfetta sanità, ottima conformazione (con particolare
riguardo agli appiombi). Imprescindibili sono, poi, le regole igieniche e
alimentari: bisogna lasciare libertà di movimento all'animale e
privilegiare gli alimenti energetici e facilmente digeribili, come mangimi
concentrati e fieni di leguminose. ║
Rana t.: anfibio anuro
(
Rana catesbeiana), della lunghezza di circa 20 cm, presente nell'America
del Nord e, in tempi recenti, importato anche in Europa; il nome dell'anfibio
è dovuto al suo richiamo, simile a un muggito. • St. delle rel. -
Anche nei limitati casi in cui si può parlare di culto del
t.
(come per il
t. Api egiziano), questo non è mai rivolto alla
specie in sé, ma a qualche esemplare particolare. Il
t.
rappresenta sovente l'aspetto teriomorfo o l'attributo caratteristico di
divinità maschili, nonché la vittima preferita nei sacrifici, come
dimostrano gli esempi di Zeus, Dioniso, Poseidone nel mondo greco. Il suo
impiego è comunque riservato ai sacrifici solenni, dato il suo alto
costo. Il
t. ricorre anche in altri riti e compare nei miti: nella
religione iranica, per esempio, la cosmogonia è collegata al sacrificio
di un
t. primordiale. Nel Medio Oriente antico, particolarmente frequente
è la presenza del
t. anche nell'iconografia, soprattutto nei
rilievi siro-anatolici, dove compare come animale sacro al dio dell'Uragano
(Hadad o Teshup). • Arald. - Il
t., così come il bue, si
raffigura spesso con la testa abbassata, pronto all'urto, e con la coda rivolta
sul dorso; ha le corna a forma di mezzaluna (quelle del bue sono, invece,
ricurve). È simbolo di animo indomito, ferocia, agricoltura, lavoro
produttivo. Il
t. in posizione di rampante viene detto
furioso.