Disciplina che studia i metodi e gli
strumenti atti al rilievo e alla rappresentazione grafica di parti della
superficie terrestre, di dimensioni sufficientemente piccole, tali da poterne
trascurare la sfericità. ║ Per estens. - Rappresentazione grafica
di un luogo, specialmente di una città, mediante la descrizione della
distribuzione delle strade e dei suoi monumenti:
la t. di Roma. •
Encicl. - Il campo di applicazione principale della
t. è
l'ingegneria civile; facendo riferimento ad essa, le operazioni topografiche
principali sono il rilievo e il tracciamento. Il
rilievo topografico di
una zona della superficie terrestre consiste in misurazioni effettuate
direttamente sul terreno, mediante le quali vengono inseriti punti della zona in
un opportuno sistema di coordinate; i punti vengono scelti in maniera da
rappresentare al meglio le caratteristiche morfologiche del terreno, secondo le
finalità del rilievo. Il
tracciamento, invece, consiste nella
deduzione di valori numerici per grandezze misurabili che si prevede
intervengano nella fase esecutiva del progetto, a partire da coordinate note di
punti. I problemi principali della
t. sono quindi riconducibili alla
determinazione della posizione di punti nello spazio; il modello migliore, dal
punto di vista funzionale, è quello tridimensionale, verso il quale si
orienta sempre più la
t. moderna, grazie all'utilizzo di satelliti
artificiali nella fase di rilievo. Lo schema classico, ancora oggi molto
adottato, introduce invece le
superfici di riferimento e scinde il
problema in due operazioni: la
planimetria, che studia i metodi e gli
strumenti usati per determinare le posizioni relative delle proiezioni dei
diversi punti del terreno su una medesima superficie di riferimento, e
l'
altimetria, che studia i metodi e gli strumenti usati per determinare
le distanze (
quote) dei punti della superficie terrestre di riferimento.
Secondo questa concezione, la
t. opera in campi relativamente ristretti,
tali da poter approssimare la superficie terrestre al piano tangente alla
superficie di livello in un punto centrale
P della zona: allontanandosi
man mano dal punto
P, la curvatura terrestre fa sentire i suoi effetti e
il modello adottato non è più rispondente. Il modello piano
risulta ampiamente soddisfacente per un raggio di circa una decina di
chilometri; in tale campo, i dati vengono elaborati mediante gli schemi della
geometria euclidea e della trigonometria piana. Le metodologie di rilievo
differiscono a seconda del tipo di punti da determinare: per punti singoli,
vengono utilizzati principalmente il rilievo per
coordinate polari e
quello
per intersezione; per punti in successione, si rilevano percorsi
poligonali che formano una spezzata che collega punti fissi e nuovi; per punti
distribuiti, si formano reti collegando i punti in figure triangolari. Per
quanto riguarda le determinazioni altimetriche, invece, i procedimenti di misura
principalmente seguiti sono la
livellazione geometrica e la
livellazione trigonometrica: la prima prevede tecniche operative
strettamente legate alla precisione che si vuole ottenere, mentre la seconda
consente di determinare la
quota ellissoidica dei punti, ossia la
distanza spaziale tra i punti della superficie terrestre e il piede della
perpendicolare condotta da ciascun punto all'ellissoide, utilizzando un modello
semplice dell'atmosfera in base al quale descrivere i fenomeni collegati alla
propagazione di raggi luminosi e di onde elettromagnetiche. Attualmente trovano
sempre più applicazione, in campo topografico, metodi di misure
satellitari che integrano metodologie terresti, come il sistema di
posizionamento GPS; il problema principale di tali sistemi, svincolati da
condizioni di intervisibilità, si riconduce alla trasformazione di
operazioni da un sistema all'altro, ad esempio dal sistema satellitare a quello
locale. • Med. - Proiezione di un organo profondo sul piano superficiale
corrispondente.