Principale capo di vestiario del cittadino romano. ║
Simbolo dell'attività di giudice o di avvocato:
prendere,
abbandonare la t. • Abbigl. - In origine di lana, poi anche di
lino, nell'antica Roma la
t. era indossata sopra la tunica, gettando un
lembo sulla spalla sinistra e girando il retro dietro il dorso sotto l'ascella
destra fino alla spalla sinistra, in modo da coprire il braccio sinistro e
lasciare libero il destro. Esistevano vari tipi di
t.: la
t. praetexta
(orlata con una fascia rossa e usata come distintivo della carica regia
prima e delle alte cariche statali poi), la
t. virilis (bianca,
indossata dagli adulti), la
t. candida (imbiancata, per i
candidati alle cariche), la
t. pulla (scura, utilizzata in
occasione di eventi luttuosi), cui si aggiunsero, in età imperiale, la
t. tabulata (con il lembo anteriore piegato in più strati
per formare una fascia attraverso il petto) e il
cinctus gabinus (con il
secondo lembo legato attorno ai fianchi a mo' di cintura). Di dimensioni
ristrette in età repubblicana, col tempo la
t. iniziò a
essere portata lunga fino alle caviglie; nel tardo Impero, le dimensioni
andarono nuovamente riducendosi e vennero introdotti ornamenti ricamati e
policromi. Caduta in disuso nell'Alto Medioevo, la
t. tornò in
auge a Venezia nel XIV sec. come veste dei magistrati, dei nobili, dei senatori
e, dal 1360, dei medici; scomparve di nuovo dopo la Rivoluzione francese,
rimanendo in uso pressoché esclusivamente come abito forense e come veste
dei professori universitari durante le cerimonie ufficiali.